Lettere in redazione

Imu sulla casa del figlio, una soluzione c’è

Ho letto sul numero di Toscana Oggi del 23 dicembre una lettera che avete intitolato «Imu da capogiro su casa in comodato ai figli» che pone interrogativi sensati, ai quali personalmente in una situazione analoga, ho dato una risposta oggettivamente costruttiva e conveniente. Per far sì che la casa concessa in uso gratuito ad un figlio sia considerata «abitazione principale», e quindi trattata fiscalmente nel modo più favorevole possibile, occorre:

1) abbandonare il «comodato gratuito», e costituitre, —tramite Notaio, a favore del figlio sulla casa da lui abitata effettivamente e anagraficamente il «diritto di abitazione», che è un diritto reale. In questo modo il figlio diviene soggetto passivo dell’Imu, ma nella percentuale più favorevole. Sarà poi il genitore o i genitori, che hanno costituito a favore del figlio il «diritto di abitazione» (previsto dall’art. 1022 del codice civile), a rimborsare il figlio dell’importo dell’Imu da lui pagata, se vogliono che il figlio ne rimanga economicamente indenne.

2) se i genitori hanno pagato sempre l’Ici relativamente alla casa concessa in comodato gratuito al figlio, anche se rimborseranno l’importo Imu al figlio (che è divenuto titolare del diritto di abitazione), trarranno un vantaggio perché l’Ici, sia pure meno pesante dell’Imu, non godeva di agevolazioni a Firenze in relazione a immobili concessi in comodato ai figli.

3) è vero che ci sono le spese e il compenso da pagare al Notaio, ma si tratta di un costo una tantum, mentre i benefici fiscali sono perenni, per lo meno per tutti gli anni futuri nei quali esisterà l’Imu.Mi pare una strada tutto sommato percorribile e meno onerosa rispetto agli oneri Imu attuali. lettera firmataindirizzo email

Ringrazio per queste precisazioni il nostro lettore (che ci ha chiesto di rimanere anonimo). Credo possano tornare utili a chi si trova in una situazione simile. (C.T.)