Toscana

In fuga da Gaza, “la nostra vita ricomincia a Reggello”

La storia di Alaa, Wesam e dei loro quattro figli, fuggiti dall’inferno della guerra

«Siamo sopravvissuti più e più volte, siamo stati fortunati». Con queste parole semplici ma profonde Alaa, 44 anni, racconta sulle pagine di Toscana Oggi di questa settimana la fuga della sua famiglia da Gaza. Accanto a lui, nella cucina della canonica di Sant’Agata in Arfoli, nel Comune di Reggello (diocesi di Fiesole), ci sono la moglie Wesam e i quattro figli – Hala, Abed, Nada e Noor – arrivati in Toscana dopo mesi di paura, fame e distruzione.

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Fino al 2023 la loro vita scorreva tranquilla: Alaa lavorava nel marketing, Wesam si occupava della casa e i ragazzi andavano a scuola. Poi, con lo scoppio della guerra, tutto è cambiato. «Le scuole sono diventate rifugi, i mercati si sono svuotati, non c’era più farina né medicine», racconta Wesam.

Quando la loro casa è stata distrutta, la famiglia ha deciso di fuggire. Dopo mesi di spostamenti e attese, grazie a un corridoio umanitario speciale promosso da Caritas, Fondazione Giovanni Paolo II, Prefettura di Firenze e Governo italiano, sono riusciti a raggiungere l’Italia.

Oggi vivono nella canonica di Sant’Agata, ospiti di don Roberto Brandi e di tutta la comunità reggellese. «Siamo grati per la generosità che abbiamo trovato qui – dice Alaa –. Abbiamo perso tutto, ma qui sentiamo di poter ricominciare».

La speranza resta quella che la guerra finisca davvero. «Ma ricostruire non sarà solo questione di case – conclude Alaa –. Bisognerà ricostruire anche i cuori».

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