Toscana

INCIDENTI SUL LAVORO, PROPOSTA CISL PISA: UN’ORA DI LAVORO ALLA FAMIGLIA DI ANTIMO CECCARELLI

Il salario di un’ora di lavoro da destinare alla famiglia di Antimo Ceccarelli, l’operaio edile morto il pomeriggio di giovedì 14 aprile mentre lavorava al cantiere edile all’ex colonia Vittorio Emanuele a Calambrone. È la proposta che la Cisl rivolge a tutti gli iscritti alla Filca, il sindacato degli addetti all’edilizia. Saranno i delegati sindacali a ritirare la somma versata da ruspisti, escavatoristi, gruisti, palisti, muratori, manovali comuni, carpentieri e aiuto carpentieri, insomma tutti i colleghi dell’operaio edile morto che vorranno aderire all’iniziativa.«Proporremmo che anche gli edili non iscritti alla Cisl facciano altrettanto – ha spiegato il segretario provinciale generale della Cisl di Pisa Gianluca Federici, intervenendo questa mattina ad una conferenza stampa, insieme a Massimo Bani, segretario regionale di Filca/Cisl ed ai membri della segreteria della Filca Stefano Iaccarino e Davide Casella – in cantiere si gioisce e si soffre insieme. E quando un nostro collega perde la vita, il primo pensiero va sicuramente alla famiglia cui è venuto a mancare». Sarebbe un bel gesto di solidarietà, se tutti i 5500 operai edili (4mila sono iscritti alla cassa edile) della provincia di Pisa rispondessero a questo appello.Il secondo pensiero, invece, va alla sicurezza: nel 2010 , nei cantieri edili, si sono verificati almeno 485 incidenti sul lavoro, alcuni molto gravi, altri di lieve entità. La cifra, fornita dall’Inail, non è ancora definitiva. Operai caduti dalle impalcature, dalla gru, dalla ruspa, da un carrello elevatore, travolti dal crollo di strutture, colpiti da materiali da lavoro. Nel 2009 gli infortuni erano stati 672, nel 2008 767. Lesioni alla mano, alla colonna vertebrale, alle caviglie, agli occhi, le più ricorrenti. Ma un po’ tutte le parti del corpo sono state interessate.«Ogni azienda – commenta Massimo Bani, segretario regionale di Filca Cisl – è chiamata a redigere un piano di prevenzione della sicurezza. Poi, spesso, quelle elementari norme di sicurezza non vengono rispettate». Quanti incidenti sul lavoro avvenuti nei cantieri sono dovuti a semplice fatalità? «Non più di cinque su cento» riferisce Bani.Massimo Bani, lancia alcune proposte concrete: istituire un tavolo tecnico sulla sicurezza nei cantieri, intorno a cui invitare tecnici della Asl, dell’Inail, del Comitato tecnico paritetico dell’edilizia, ma anche sindacalisti e rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza. I tecnici e gli organismi cui è affidato il compito di fare buona prevenzione nei luoghi di lavoro, ci sarebbero. Ma devono lavorare meglio in rete. Dovrebbero essere utilizzati meglio gli enti bilaterali dell’edilizia (la Scuola edile, i Comitati tecnici paritetici) che dovrebbero servire anche come strumento di prevenzione: le Asl collaborino con essi, sottoscrivendo protocolli d’intesa con le parti sociali.I tecnici dei Ctp (Comitati tecnici paritetici) dovrebbero fungere da «tutor» nei grandi cantieri, mentre ogni cantiere – anche quello più piccolo – dovrebbe essere seguito dai rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza territoriali, previsti dal decreto legislativo n°81 del 2008 e non ancora costituiti in tutti i territori.La corsa al massimo ribasso – ha denunciato Bani – rischia di pesare sulla sicurezza dei cantieri: nell’assegnazione degli appalti, invece, i costi che una ditta deve sostenere per mettere in sicurezza il cantiere devono essere ‘estrapolati’. Di tutto questo i sindacalisti della Cisl intendono parlare alle istituzioni, al Prefetto e alle direzioni dell’Inail e della Asl che vorrebbero incontrare nei prossimi giorni.