Lettere in redazione

Incontri politici nella sala parrocchiale

Caro Direttore,a San Giovanni Valdarno c’è stata una campagna «elettorale» di tre candidati Pd in vista delle primarie per la candidatura a sindaco della città, tenutesi domenica 1° febbraio.

Due di questi candidati hanno chiesto al parroco della Parrocchia di San Pio X la sala parrocchiale per poter presentare la propria candidatura.

La richiesta è stata accolta dal parroco, per sua decisione personale, senza aver sentito quanto meno il parere del Consiglio pastorale parrocchiale.

Ai tempi della Dc, in pieno collateralismo, quando si trattava di chiedere la Sala del Circolo Acli per una conferenza o comizio elettorale di esponenti o candidati Dc, il presidente di circolo prima sentiva il Consiglio di circolo e poi accoglieva o meno la richiesta. La sala parrocchiale non è la sala di un circolo per quanto cristiano, né una sala pubblica di cui tutti, se hanno i requisiti, possono richiedere l’uso.

Lei cosa ne pensa? Non sarebbe stato meglio, nella situazione politica in cui ci troviamo, con i cattolici purtroppo divisi su schieramenti contrapposti, evitare il rischio di ulteriori divaricazioni e lacerazioni?

F.C.S. Giovanni Valdano (Ar)

Le elezioni amministrative, unitamente a quelle europee, si svolgeranno il prossimo 6 e 7 giugno. I vari partiti e coalizioni si scaldano, per così dire, i muscoli, mentre nel Partito Democratico si succedono, anche nella nostra Regione, a ritmo serrato le «primarie» per la scelta dei candidati a sindaco.

Tutto questo è positivo proprio perché gli elettori vanno al voto dopo essersi informati a sufficienza sia sui progetti e sui programmi per la città e presidente della Provincia che sulla qualità delle persone, sulla loro moralità, sulla competenza che hanno, sulla loro capacità di realizzare quanto viene promosso. A livello locale ciò è certamente più facile. Può essere inoltre un modo per riavvicinare alla politica tante persone, partendo proprio dai problemi concreti con cui si confrontano ogni giorno.

I cattolici inoltre sono invitati a guardare con interesse preferenziale, pur senza obblighi precostituiti, a quei candidati che, per il loro esplicito riferimento all’ispirazione cristiana e alla Dottrina sociale della Chiesa, danno maggiori garanzie di rappresentarli.

Ma proprio perché sono incontri squisitamente politici in vista delle elezioni – a mio parere – è opportuno che non si svolgano nei locali parrocchiali. E non perché la parrocchia deve disinteressarsi dei problemi della città dell’uomo, ma proprio perché oggi i cattolici sono presenti in tutti o quasi gli schieramenti, deve essere e apparire sempre più luogo d’incontro per tutti dove è possibile e opportuno dibattere senza asprezza i vari problemi.

Questa posizione del resto è quella che i Vescovi toscani raccomandavano in vista delle elezioni europee e amministrative dell’aprile 2004: «Le sedi, i locali e i circoli delle parrocchie e delle associazioni cattoliche non devono essere appaltati a nessuno e non possono diventare luoghi di propaganda partitica o personale».

Alberto Migone