Politica & società

Indi Gregory: sarà trasferita in un hospice vicino a Nottingham e non a casa come volevano i genitori

Morirà in un hospice vicino a Nottingham, nel centro di Inghilterra, e non a casa sua, come volevano i genitori, la piccola Indi Gregory,

Una foto postata sul profilo Facebook Indi Gregory, 06 novembre 2023. Si è concluso in pochi minuti il Consiglio dei ministri convocato d'urgenza che ha conferito la cittadinanza italiana a Indi Gregory, una neonata inglese di 8 mesi gravemente malata per una patologia mitocondriale giudicata incurabile. FACEBOOK INDI GREGORY +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ +++NO SALES; NO ARCHIVE; EDITORIAL USE ONLY+++NPK+++

La bambina di otto mesi affetta da una rarissima malattia mitocondriale, alla quale la giustizia britannica vuole da mesi sospendere i supporti vitali sarà trasferita in un hospice. A deciderlo sono stati ieri, con un’ennesima sentenza, i giudici della Corte di appello di Londra Lord Peter Jackson, Lady Eleanor King e Lord Andrew Moylan, respingendo la richiesta dei genitori che volevano che la ventilazione artificiale, che mantiene in vita la bambina, venisse spenta tra le quattro mura domestiche. I tre giudici hanno anche deciso che il nome dell’hospice non può essere reso pubblico ed è possibile che la bambina non sarà trasferita fino alla prossima settimana. Inutile il tentativo del governo italiano, che ha concesso alla piccola la cittadinanza italiana, di farla trasferire dall’ospedale “Queen’s Medical” di Nottingham al “Bambino Gesù” di Roma. È stata, infatti, ignorata la lettera con la quale la premier Giorgia Meloni ha sollecitato il ministro della Giustizia britannico, Alex Chalk, affinché intervenisse perché Indi potesse arrivare in Italia. I genitori della piccola, Dean Gregory, 37 anni, e Claire Staniforth, 35 anni, protagonisti di una estenuante battaglia legale durata mesi, hanno espresso ai media britannici la loro delusione: “Volevamo soltanto il bene di nostra figlia”.