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INDIA, CORTE ISLAMICA IN KASHMIR INCRIMINA MISSIONARIO CATTOLICO E UN PASTORE PROTESTANTE, ALLARME TRA I CRISTIANI

Srinagar (Agenzia Fides) – Il Tribunale Supremo Islamico in Kashmir ha incriminato il missionario cattolico p. Jim Borst e il Pastore protestante Chander Mani Khanna per il loro coinvolgimento in attività di proselitismo e conversioni fraudolente al cristianesimo. Come riferiscono fonti locali di Fides, la Corte ha annunciato che pubblicherà ufficialmente nei prossimi giorni il verdetto di condanna contro gli accusati, con le relative motivazioni. La Corte aveva convocato il Pastore Khanna: una sua dichiarazione è stata registrata ed è stato mostrato un CD per provare il suo coinvolgimento nella questione delle conversioni. Il pastore era stato arrestato con l’accusa di aver convertito e battezzato 15 ragazzi musulmani.Secondo il Mufti Muhammad Nasir-ul-Islam, “durante l’udienza, Khanna ha confessato di attirare musulmani per convertirli al cristianesimo” e “è stato dimostrato oltre ogni dubbio che il Pastore compie tale attività da anni, insieme ad altri complici”. P. Jim Borst, missionario cattolico della Società di San Giuseppe di Mill Hill, opera da quasi 50 anni per lo sviluppo umano della popolazione del Kashmir. “Le accuse a suo carico sono del tutto false: molte personalità musulmane sono state formate nelle scuole da lui dirette”, nota a Fides l’Ong “Catholic Secular Forum” (CSF), ricordando che già l’anno scorso aveva ricevuto un ordine di espulsione. Gli attivisti cristiani del CSF lanciano a Fides un allarme: “La situazione del Kashmir é in una fase critica per le libertà individuali e per la libertà religiosa. La Corte islamica non ha nessuna giurisdizione sui cristiani. Chiediamo al governo di intervenire per tutelare i diritti dei cittadini e per fermare tali elementi estremisti”.Secondo un Rapporto inviato a Fides dall’organizzazione ecumenica “All India Christian Council“, che ha compiuto una missione in loco, i cristiani in Kashmir subiscono dure persecuzioni da parte dei gruppi islamici estremisti che, nello stato indiano a maggioranza musulmana, governano anche la politica e la magistratura, azzerando lo stato di diritto. I 400 cristiani della capitale Srinagar “sono in stato di panico nell’incertezza del futuro”, afferma il testo, mentre “la polizia agisce per conto delle leadership politica”, espressione della maggioranza musulmana della popolazione. Il Rapporto denuncia la totale assenza di organizzazioni a tutela dei diritti umani e l’assenza di una Commissione per minoranze in Kashmir. La presenza cristiana nella valle del Kashmir è documentata a partire dalla metà del XIX secolo, con l’avvento dei primi missionari cattolici e protestanti. Attualmente vi sono circa 18mila cattolici in Kashmir.