Toscana

INDONESIA, SULAWESI CENTRALE, CHIESA CRISTIANA DATA ALLE FIAMME

“Manca un’autorità che protegga realmente le persone” così Ignatius Ismartono, segretario in Indonesia della Commissione episcopale per il dialogo interreligioso ha commentato alla MISNA l’incendio di una chiesa cristiana a Poso, nella parte centrale dell’isola Sulawesi (Celebes), all’indomani degli scontri tra uomini armati e una pattuglia della polizia. Un capo della polizia locale si è detto “sicuro” che i responsabili degli scontri di ieri e dell’incendio di stanotte siano membri dello “stesso gruppo”, mentre un altro poliziotto ha aggiunto che prima dell’attacco alla chiesa erano circolate voci che una scuola islamica era stata incendiata e avvertito i residenti a stare attenti a “una campagna per alimentare la crisi”.

Secondo Ismartono e altri autorevoli osservatori locali, “la polizia fa di tutto per alimentare le tensioni”. Fonti locali hanno riferito che 700 poliziotti avevano “invaso” la città di Poso terrorizzando i residenti senza motivo prima di essere attaccati da uomini armati. La regione è stata teatro di ostilità tra il 1998 e il 2001, quando oltre 2000 persone sono morte. Le tensioni si sono riaccese dopo che lo scorso 22 settembre tre ‘militanti’ cristiani riconosciuti colpevoli dell’uccisione di decine di musulmani tra il 2000 e il 2001 sono stati giustiziati.

Nelle ultime settimane, due commercianti musulmani e un prete protestante sono stati uccisi e vi sono state almeno sette esplosioni. Contrariamente al resto dell’Indonesia che – con quasi l’82% di seguaci dell’Islam è la nazione più popolosa a maggioranza musulmana nel mondo – nella regione centrale dell’isola di Sulawesi le comunità cristiane e musulmane sono di pari numero. “Non è ancora finita” commenta Ismartono, aggiungendo “perciò mai come adesso è necessario un intervento forte delle autorità.Misna