Toscana

Iniziative a Firenze e Pisa per ricordare l’archeologo ucciso dall’Isis in Siria

Il sindaco di Firenze Dario Nardella scrive su Facebook: «Orrore e condanna ferma per la brutale uccisione di Khaled Asaad, l’82enne archeologo siriano che ha difeso fino alla morte i beni archeologici di Palmira, in Siria, contro la ferocia dei terroristi dell’Isis. Era innamorato della sua terra e delle sue rovine, patrimonio dell’umanità, e non ha chinato la testa di fronte ai barbari. La sua morte non deve essere dimenticata. Per questo accogliamo l’invito del presidente dell’Anci Piero Fassino per onorare la memoria del celebre archeologo». Oggi, sul terrazzo di Palazzo Vecchio, «sarà appeso un drappo nero in segno di lutto, e questa sera le luci del Nettuno dell’ Ammannati in piazza della Signoria saranno spente. La prossima settimana ospiteremo l’11esimo convegno internazionale di Egittologia e sarà anche quella l’occasione per discutere di questi temi, ormai non derubricabili a semplice violenza». Nardella lancia infine «un appello a tutti gli intellettuali, scienziati, studiosi: isoliamo i terroristi che distruggono la bellezza e la storia. Da Firenze, città patrimonio Unesco e tra le capitali della cultura e dell’arte, lanciamo un monito forte contro questa nuova uccisione e contro i criminali che cancellano vite, arte e storia. Non vinceranno».

Il sindaco di Pisa Marco Filippeschi ha scritto una nota dove sostiene che «bisogna rispondere all’orrore della barbarie dell’Isis con ogni mezzo: con la politica, colpendo il suo sistema militare, con la cultura quale simbolo di dialogo e di pace». «Pisa – continua il sindaco – s’impegna a dedicare un luogo, significativo per la tutela dei beni culturali alla memoria del professor Khaled Asaad, studioso di livello internazionale e guardiano del patrimonio archeologico di Palmira, trucidato dagli estremisti assassini». «Cancellare la storia e i suoi segni universali – spiega Filippeschi – è parte di un progetto di dominazione e di morte che non si può ancora sottovalutare. Ci sentiamo toccati come cittadini che non vogliono essere soggiogati dagli stragisti portatori di odio e di guerra. Vogliamo testimoniare le relazioni fruttuose della nostra comunità di studiosi con le culture dell’altra sponda del Mediterraneo e ricordare così il professor Asaad come un martire della tolleranza e del dialogo, cittadino del mondo».