Vita Chiesa
Iniziazione cristiana, le proposte per rinnovare la catechesi

L’iniziazione cristiana è tra le più importanti azioni ecclesiali, perché tramite essa si viene introdotti alla vita cristiana vissuta con maturità e consapevolezza, nella comunità cristiana. Questa affermazione, di per sé, semplice e scontata è nella realtà dei fatti messa duramente alla prova dal fenomeno facilmente constatabile che i ragazzi continuano dopo la cresima a partecipare alla vita della comunità cristiana solo in piccola percentuale. La stessa constatazione si potrebbe fare, e forse sarebbe anche più grave, se ci domandassimo la consapevolezza della propria vita spirituale e della propria adesione al vangelo di quanti hanno concluso l’itinerario di iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi.
Non importa fare analisi sociologiche o ricerche complicate per constatare questo fenomeno che denota un profondo disagio della catechesi in Italia, e nel mondo, che sembra non riuscire più a introdurre i ragazzi alla vita di fede. Si potrebbe dire che la catechesi oggi accompagna i giovani per molti anni, in modo spesso anche piacevole e ben accolto, ma non li introduce nel Mistero della fede e della testimonianza cristiana ed ecclesiale.
«Nelle proposte attuali i tempi della catechesi sono ancora ritmati dal comprendere. Essi si basano sulla domanda: quanto tempo occorre per sapere l’alfabeto della fede cristiana? Non sono modulati secondo la domanda: quanto tempo occorre per far interessare, desiderare e abilitare alla vita cristiana». Così si esprime il documento che invita a costruire itinerari di iniziazione cristiana dei ragazzi che tengano conto delle condizioni dei ragazzi di oggi che, ad esempio imparano più nel gruppo dei pari piuttosto che da adulti o autorità tradizionali, che riconoscono come vero solo quello che sentono e sperimentano. La preoccupazione dunque della catechesi oggi deve essere quella di pensare modelli pedagogici di trasmissione della fede che rispettino la libertà dei ragazzi, che li porti ad una scelta personale e consapevole, attraverso un cammino dove essi possano non solo apprendere chi è il Cristo ma anche sperimentarlo. Sarà perciò decisivo nella catechesi porsi il problema non dell’età della cresima, ma di abilitare i ragazzi a vivere la cresima. Questo significa che la catechesi dovrà essere ripensata per obiettivi educativi, in un percorso che aiuti i ragazzi a maturare la capacità e le abilità necessarie per vivere la fede nella comunità cristiana.
*Responsabile della Commissione regionale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi
Il documento sulla catechesi, realizzato dagli Uffici catechistici delle diocesi toscane, propone fin dal sottotitolo alcune domande fondamentali. Come annunciare Cristo alle nuove generazioni? Quale percorso di risposta al dono della fede si può proporre, oggi, a bambini e ragazzi? Il libretto (24 pagine) contiene una introduzione a firma di don Cristiano D’Angelo, responsabile della Commissione regionale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi, quindi riporta l’intervento che il cardinale Giuseppe Betori (arcivescovo di Firenze e presidente della onferenza episcopale toscana) ha pronunciato lo scorso 28 aprile a Casalguidi, durante il convegno catechistico regionale, dedicato proprio al tema del rinnovamento dell’iniziazione cristiana.