Lettere in redazione

Invece che la «ruota» informazione alle donne

Caro Direttore,quando i mezzi di informazione affrontano il drammatico problema degli infanticidi e degli abbandoni di neonati (bambini gettati via come immondizia) riappare la proposta di reintrodurre la «ruota degli innocenti», opportunamente aggiornata. Questa pratica medievale fu abolita in Italia nel decennio 1867-1877 perché di fatto incoraggiava l’abbandono e non favoriva processi di maturazione. Le nuove ruote realizzate nei primi anni ’90 a Casale Monferrato e ad Aosta sollevarono grosse polemiche. Oggi la «ruota» viene presentata nella forma rimodernata di «culla termica», garantita da sistemi di allarme e da telecamere orientate. È di questi giorni la notizia (Toscanaoggi del 27 luglio) di un protocollo di intesa fra la Provincia di Firenze e il Club Soroptimist per la realizzazione di una «ruota» a servizi complementari. Viene da chiedersi se queste risorse non fossero più utilmente impiegate in una capillare e intensa campagna di informazione, a beneficio delle donne, italiane e straniere. Si dovrebbe far sapere alle gestanti che si trovano nella drammatica condizione di non poter riconoscere i propri figli, che la legge garantisce loro il segreto del parto e la necessaria assistenza prima, durante e dopo l’evento. In questi casi l’Ufficiale dello Stato Civile, dopo aver attribuito al bambino un nome e cognome, interessa il Tribunale per i Minorenni per una rapida dichiarazione di adottabilità. In altre parole il non riconoscimento alla nascita da parte della partoriente è ammesso dalla legge e può avvenire in assoluta segretezza, senza conseguenze penali. Fabrizio PapiniSan Casciano V.P. (Fi)

Posso capire le perplessità del nostro lettore a leggere che in un ospedale fiorentino (ancora da individuare, ma probabilmente sarà il nuovo «San Giovanni di Dio») si voglia reintrodurre una sorta di «ruota degli innocenti», seppure nella sua forma più moderna di «culla termica». Certo, la prima cosa da fare è quella di informare bene le donne della possibilità – prevista dalla legge – di partorire nelle strutture pubbliche, in completo anonimato e con la certezza che il nascituro potrà essere rapidamente affidato all’amore di una coppia di genitori. Ma il protocollo tra Provincia di Firenze e Soroptimist prevede anche questo. In particolare, verrà attivato presso la Misericordia di Firenze un servizio telefonico – gratuito e che garantisce l’anonimato – che farà da filtro tra la donna in difficoltà ed i vari servizi socio-sanitari, a cui sarà indirizzata nel caso in cui voglia farsi aiutare. Ma se le cronache ci dicono, che nonostante la legge e nonostante tutti gli sforzi del volontariato (penso ai tanti Centri di aiuto alla vita) ci sono comunque mamme che in un momento di disperazione abbandonano il figlio appena nato in un cassonetto, allora perché non tentare anche la via di una moderna «ruota» dove depositare il bambino? Basterà anche una sola vita umana salvata a giustificarne la presenza.

Claudio Turrini