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ITALIANI ALL’ESTERO: SONO 4 MILIONI. PRESENTATO OGGI RAPPORTO MIGRANTES

Gli italiani residenti all’estero sono 4.028.370 e rappresentano il 6,7% della popolazione italiana. Un numero quasi pari agli immigrati residenti in Italia. È quanto emerge dalla lettura della V edizione del “Rapporto Italiani nel Mondo 2010” della Fondazione Migrantes, presentato a Roma questa mattina. Contrariamente a quanto si pensa – spiegano i ricercatori – quella degli italiani nel mondo è ”una presenza in aumento”. Degli italiani all’estero più della metà non è sposato, quasi la metà è costituita da donne, più di un terzo è nato all’estero. Al termine di più di un secolo e mezzo di flussi migratori la presenza italiana nel mondo può definirsi in prevalenza euro-americana, come attestano le quote di pertinenza di ciascun continente: Europa (55,3%), America (39,3%) e, molto più distanziate, Oceania (3,2%), Africa (1,3%) e Asia (0,9%). Tra i paesi di insediamento, l’Argentina supera di poco la Germania (entrambe oltre le 600 mila unità), la Svizzera accoglie mezzo milione di italiani, la Francia si ferma a 370mila, il Brasile raggiunge i 273mila e Australia, Venezuela e Spagna superano le 100mila unità. Secondo il Rapporto all’estero, oltre agli italiani che hanno mantenuto o acquisito la cittadinanza, quindi con passaporto e diritto di voto, vi sono gli oriundi (coloro cioè che sono nati in un determinato luogo, da genitori emigrati), quasi 80 milioni. La stima è dei religiosi Scalabriniani basata sulle fonti dei diversi paesi: 25 milioni in Brasile, 20 in Argentina, 17,8 negli Stati Uniti e in Francia, 1,5 in Canada, 1,3 in Uruguay, 0,8 in Australia, 0,7 in Germania, 0,5 sia in Svizzera che in Perù e, quindi, altri Paesi con un numero minore, fino a superare ampiamente la popolazione residente in Italia. Nel nostro Paese i flussi con l’estero si sono ormai ridotti: un po’ più di 50mila l’anno quelli in uscita, e un po’ di meno quelli di ritorno. “Bisogna mettere in conto – spiegano i redattori della ricerca – che le partenze, specialmente quelle dei giovani, inizialmente hanno un carattere di sperimentazione, per cui i protagonisti non provvedono alla cancellazione anagrafica presso il proprio Comune, con la riserva di formalizzarla solo quando la permanenza all’estero sia diventata stabile. La consistenza degli italiani all’estero si rafforza anche con le nuove nascite e con le acquisizioni di cittadinanza”. “A un osservatore attento – spiegano – non sfugge il fatto che nella popolazione italiana sia diminuita la propensione alla mobilità, oggi per lo più a carattere interno”. Negli anni ’60, 300 mila meridionali l’anno si trasferivano nel Centro-Nord e altrettanti si recavano all’estero. Tra il 1990 e il 2005, secondo uno studio della Banca d’Italia, 2 milioni di meridionali si sono trasferiti al Nord. Attualmente 120mila meridionali si spostano nelle regioni settentrionali e centrali, mentre circa 50mila persone si stabiliscono nelle regioni del Sud provenendo dalle altri parti d’Italia (in prevalenza, si tratta ancora di meridionali che rientrano dopo un’esperienza lavorativa). Secondo i dati i dati forniti dal Rapporto della Migrantes la maggioranza degli italiani residenti all’estero, il 54,3% è di origine meridionale (oltre 1 milione e 400 mila sono del Sud e quasi 800 mila delle Isole); il 30,6% proviene dalle regioni settentrionali (oltre 600 mila dal Nord-Est e altrettanti dal Nord Ovest; il 15,2%(611.929) è, infine, originario delle regioni centrali. La prima regione per numero di emigrati è la Sicilia (654.561), seguita da Campania (421.227, Lazio (360.213) e Calabria (351.777) Il Rapporto – di oltre 500 pagine realizzato con il contributo di circa 60 autori – evidenzia anche che questi emigrati si sentono per lo più integrati nel paese di accoglienza. “Non pensano di rientrare in Italia – spiegano i ricercatori – ma ci tengono a precisare che quanto da loro conquistato è il frutto di anni di sacrificio”.Dal Rapporto emerge che nel mondo vi sono 23.988 corsi di lingua italiana per un totale di 393.897 allievi. In particolare, quasi tutti i 92 istituti italiani di cultura sparsi nel mondo organizzano corsi di lingua italiana (7.147 corsi e 73.106 iscritti) e ad essi si affiancano i 416 comitati all’estero della Società Dante Alighieri. Un dato significativo: in Africa ci sono oltre 100 mila persone che studiano l’italiano. Inoltre vi sono almeno 186 scuole italiane e 114 sezioni italiane presso scuole straniere (30.662 alunni), 33 scuole europee con 2.000 alunni italiani, 418 lettori italiani presso università estere in 90 diversi paesi e centinaia di unità tra personale docente e non docente. Nel mondo, ancora, vanno ricordati i 790 media in lingua italiana: 480 giornali, 265 programmi radiofonici, 45 programmi televisivi e quasi mille comunicatori italiani o di origine italiana che ”non hanno più l’efficacia del passato, quando il mondo della comunicazione era meno globale, ma si adoperano per conservare la lingua tra gli italiani e per diffonderla loro tramite”. Un caso unico è quello di Chiplo, una cittadina a circa 130 chilometri a Sud-Est di Città del Messico, dove una collettività di oriundi veneti parla ancora il dialetto veneto dell’alto trevigiano di un secolo fa, da dove nel 1882 partirono per sottrarsi alla miseria.Sir