Lettere in redazione

La linea del settimanale e quella della Chiesa

L’rticolo del sig. Michelazzo «Elezioni, il trionfo degli interessi» sul numero del 4 maggio mi ha veramente allibito: è tutto un’invettiva contro il centrodestra e il suo leader. Come fa il giornale cattolico della Cet ad essere, nelle vicende politiche italiane così di sinistra quando la grande maggioranza dei cattolici vota per il centrodestra, quando le contestazioni all’insegnamento della Chiesa vengono solo ed esclusivamente dalla sinistra?

Ecco perché il suo giornale non ha lettori! Un giornale religioso dovrebbe difendere il pensiero del Magistero anche nei principi «non negoziabili»: e invece chi è che vuole scardinare quei principi? Meditate gente, meditate! Il suo giornale mi sembra più vicino a «Liberazione» che a giornali nazionali come il «Corriere» o «La Stampa»; questi ultimi, pur essendo laicisti, hanno il buon gusto di pubblicare articoli di diverso orientamento in modo da non scontentare nessuno. Prendete esempio da «Avvenire».

Franco TonioloPisa

Che Toscanaoggi non abbia lettori – anche se, lo ammetto, ne vorremmo avere molti di più – è semplicemente una sciocchezza. Nella nostra regione – dati alla mano – il settimanale vende più copie, ovviamente se rapportate ad un solo giorno, dei tre quotidiani da lei citati. Magari ha lettori poco attenti o prevenuti come lei. Ma questo fa parte del gioco. Il lettore ha tutto il diritto di prendere fischi per fiaschi, di criticarci o di non comprarci affatto. Ma dal momento che ci scrive – e di questo siamo sempre grati – merita una risposta. «L’intervento» che pubblichiamo in questa pagina delle «Lettere» – lo ripetiamo ancora una volta – non esprime la «linea» del settimanale: è uno spazio aperto al dibattito, dove ospitiamo opinioni e considerazioni provenienti dal mondo dell’associazionismo, della cultura, della società civile, o anche da esponenti politici di vario orientamento. La linea del giornale è espressa invece negli editoriali e, in particolare, in quelli a firma del Direttore. Se li vada a rileggere (sul sito www.toscanaoggi.it) e poi ci dica se ci sono idee così difformi da quelle espresse, in generale, dal mondo cattolico italiano. Quanto all’autore dell’«intervento» che l’ha tanto scandalizzata, le faccio presente che Francesco Michelazzo è un ricercatore di letteratura greca all’Università di Firenze e, tra i vari incarichi ecclesiali che ha ricoperto, c’è anche quello di presidente diocesano dell’Azione Cattolica di Firenze. Le sue riflessioni sulla situazione politica del Paese sono ovviamente opinabili, ma noi riteniamo che possano favorire un dibattito aperto e rispettoso all’interno del mondo cattolico, fatto di idee e non di offese gratuite. Dar spazio a questo dibattito ci sembra qualche volta un’impresa disperata… ma noi testardi insistiamo.

Claudio Turrini