Toscana

La morte arriva sul lavoro

di Ennio CicaliSi muore sul lavoro, si muore andando al lavoro. Lo scorso anno 111 persone sono uscite da casa per andare a lavorare e non sono più tornate. Oltre la metà (il 51%) degli infortuni mortali del 2001 si è verificato a causa di incidenti stradali. Il 26% è avvenuto nel tragitto da e verso il luogo di lavoro, mentre il 25% è accaduto durante il trasporto di merci o persone. Sono alcuni dei dati emersi dal rapporto redatto dall’Inail e dalla Regione sull’andamento degli infortuni sul lavoro in Toscana. Ampia la casistica dei decessi: dal ribaltamento del trattore al distacco del blocco di marmo, dall’esplosione dell’azienda dei fuochi d’artificio alla caduta dell’elicottero di servizio. Sono stati tredici gli infortuni mortali collettivi in Toscana: otto con 4 lavoratori coinvolti, 3 con tre lavoratori e due con due addetti coinvolti.

Le prime rilevazioni di quest’anno indicano una positiva inversione di tendenza: sono diminuiti di 2 mila 318 unità (il 5,68%) gli infortuni denunciati in Toscana nel primo semestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2001. In calo – da 47 a 41 – anche quelli mortali. Note positive anche da uno dei settori più a rischio: l’edilizia. Nel corso dell’intero 2001 sono stati 23 gli infortuni mortali registrati nei cantieri edili, mentre a oggi sono 13 i morti in edilizia nel corso di quest’anno.

Un invito a riflettere sui numerosi spunti che il rapporto fornisce e a non accontentarsi dei progressi registrati viene da Enrico Rossi, assessore regionale al diritto alla salute. Infatti, l’indice di frequenza degli infortuni ogni mille addetti nel triennio 1997-99 ha registrato in Toscana un 44,05 contro la media nazionale del 37,74. Superiore alla media nazionale (4,21) è stato anche il numero delle giornate di lavoro perse in Toscana nell’anno a causa di infortuni per addetto, pari a 4,6.

Un quarto degli infortuni denunciati in agricoltura ha riguardato le lavoratrici, mentre nell’industria un lavoratore infortunato su 10 è donna, una percentuale che sale al 22,78 nel commercio e al 40,6 nei servizi.Il rapporto è il frutto di una proficua collaborazione instaurata dalla Regione Toscana con l’Inail e gli altri soggetti interessati alla sicurezza sul lavoro. «Si tratta di una battaglia che non ci consente mai di abbassare la guardia o di consolarci di fronte a un andamento positivo – ha detto l’assessore Rossi – Questa è solo una tappa del nostro impegno che cade proprio nella settimana europea dedicata alla sicurezza nei luoghi di lavoro». «In assoluto il numero degli infortuni è ancora troppo alto – rileva Roberto Macrì, segretario regionale della Cisl – Occorre stare attenti a non fare dei proclami troppo ottimistici su un dato del tutto parziale come quello relativo al primo semestre di quest’anno. Al di la dei dati dovremo avviare una riflessione affinché da un’analisi attenta delle cause che hanno prodotto gli infortuni scaturisca una politica di prevenzione adeguata ed efficace».Un capitolo importante del rapporto, presentato dall’assessore Rossi e dal direttore generale dell’Inail, Piero Giorgini, è dedicato ai finanziamenti per la formazione e l’informazione dei lavoratori che in Toscana sono stati pari a 77,5 milioni di euro. Ai programmi di adeguamento delle aziende sono stati destinati 232,5 milioni di euro. Hanno beneficiato di questi interventi oltre 10 mila lavoratori, una cifra che per numero di addetti pone la Toscana tra le prime regioni italiane insieme a Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia e Veneto.