Cultura & Società

La morte di Antonio Paolucci, tra i più stimati storici ed esperti d’arte italiani

Ex sovrintendente del polo museale Firenze, ex ministro per i Beni culturali durante il governo Dini e anche direttore dei Musei Vaticani, Paolucci era originario di Rimini, dove era nato il 19 settembre 1939.

Antonio Paolucci

È morto nel tardo pomeriggio di ieri a Firenze Antonio Paolucci, tra i più stimati storici ed esperti d’arte italiani. A settembre avrebbe compiuto 85 anni. Ex sovrintendente del polo museale Firenze, ex ministro per i Beni culturali durante il governo Dini e anche direttore dei Musei Vaticani, Paolucci era originario di Rimini, dove era nato il 19 settembre 1939: allievo di Roberto Longhi, era entrato nell’amministrazione dei beni culturali nel 1969. Nel corso della sua carriera era stato anche soprintendente, a Venezia, Verona, Mantova, e direttore dell’Opificio delle Pietre dure a Firenze. Nel 1988 era stato nominato soprintendente ai beni artistici e storici di Firenze, Prato e Pistoia. In questa veste si era occupato, nel 1993, dei danni al patrimonio artistico provocati dall’attentato dei Georgofili alla Galleria degli Uffizi. Paolucci nel 1997, dopo il terremoto in Umbria e nelle Marche, fu anche nominato commissario straordinario per il restauro della basilica di San Francesco ad Assisi colpita dal terremoto.

“Sono profondamente addolorato per la scomparsa di Antonio Paolucci, studioso e storico di primissimo piano, uomo delle istituzioni, intellettuale raffinato. Firenze perde una delle sue figure più autorevoli”. Così il sindaco di Firenze Dario Nardella commenta, in una nota, la scomparsa di Paolucci. “Paolucci – continua il sindaco – nel ruolo di Ministro nel governo Dini ha dato lustro a Firenze e all’Italia. Ha guidato egregiamente il Polo museale fiorentino e da soprintendente ha fatto parte della giuria internazionale che ha assegnato a Isozaki il progetto di uscita degli Uffizi. Fino a quando è stato possibile Paolucci non ha mai fatto mancare la sua voce, anche critica, sulle principali vicende culturali italiane. Una voce sempre riconoscibile, lucida, mai banale, che ora ci mancherà”. “Alla famiglia giungano le condoglianze dell’intera amministrazione e mie personali” conclude Nardella. 

“E’ morto un grande fiorentino, un uomo di cultura di livello nazionale e internazionale, che non dimenticheremo per quanto alto è stato il suo impegno culturale e politico. Una personalità unica, che affiancava all’amore per l’arte e alla raffinatezza intellettuale, un senso civico straordinario. Sono profondamente legato a Paolucci – ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani – lo ricordo fin dal momento in cui insieme abbiamo vissuto l’esperienza del Consiglio comunale a Firenze; lui il massimo esperto di beni culturali, amante della bellezza e della sua salvaguardia. Proprio per le sue grandi capacità – ha sottolineato il presidente della Regione – ebbe l’incarico, dopo essere stato per un breve e significativo periodo ministro dei Beni culturali, di direttore dei Musei Vaticani. Lo ricordo nelle nostre chiacchierate, nell’ammirazione che io provavo per lui, ma anche nella stima che mi manifestava  quando organizzavamo insieme le mostre”. Giani ha ricordato l’amore di Paolucci per i colli fiorentini, l’importanza di salvaguardarli. Quando si sviluppò il dibattito sul piano regolatore Vittorini, nel 93, ricordo il suo intervento straordinario, quando si soffermò sulla bellezza dei colli. E quando si parlava degli interventi sul Mugnone, Paolucci volava alto, descrivendoci in un discorso epico, quello che era il Mugnone delle novelle di Decamerone di Boccaccio. Alla famiglia giungano le condoglianze, mie personali e di tutta la Toscana”.

“La scomparsa di Antonio Paolucci crea un grande vuoto nel mondo della cultura. Profondissimo conoscitore della storia dell’arte, museologo di fama mondiale, colpiva per la cristallina chiarezza del suo pensiero”. Queste le parole di Eike Schmidt, ex direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze, ora alla guida del Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli, ricorda Antonio Paolucci. “Era questa la chiave della sua capacità di comunicare a tutti pensieri altissimi e concetti complessi, rendendoli accessibili – aggiunge Schmidt -. E della grande umanità con cui ha saputo guidare e ispirare i colleghi nel loro lavoro, me incluso. È stato per me un onore poter sempre contare sui suoi consigli e sul suo esempio”.

“Personalmente Antonio Paolucci è stato il mio più importante maestro, la figura che mi ha preceduto come soprintendente del Polo museale fiorentino dopo una carriera già lunghissima nel mondo della storia dell’arte. Da ministro per i Beni culturali è stato decisivo ed ha lasciato un’impronta profonda: ha introdotto una visione nuova e molto aggiornata della fruizione dei beni culturali ed ha sempre sostenuto l’importanza dell’idea del museo diffuso”. Così la storica dell’arte, Cristina Acidini, oggi presidente dell’Accademia delle arti del disegno di Firenze, ricorda Antonio Paolucci. “Era un grande appassionato di arte – ha aggiunto – dagli oggetti più umili ai grandi capolavori. Ha svolto tutti i suoi ruoli con grande passione e immensa competenza”. Acidini è stata il successore di Paolucci alla guida del Polo museale fiorentino quando nel 2006 lui lasciò l’incarico per raggiunti limiti di età. “Quando sono arrivata al polo fiorentino – racconta Acidini – ho trovato una strutturale già pienamente operativa, fu introdotto un concetto molto funzionale perché l’unità del sistema museale consentiva un grande equilibrio, permetteva di governarlo come una grande famiglia. Paolucci ha sempre avuto una visione lucida ed efficace del patrimonio artistico e culturale”.

Anche il direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze, Cecilie Hollberg e tutto lo staff del museo fiorentino partecipano al cordoglio per la scomparsa del professor Antonio Paolucci, tra i più conosciuti e stimati esperti d’arte italiani, guida per generazioni e generazioni di storici dell’arte. “È una grande perdita – commenta Cecilie Hollberg – per il mondo della cultura. Come studioso non ha mai fatto mancare il suo sostegno alla Galleria dell’Accademia di Firenze. Non posso non ricordare quando nell’ambito dell’iniziativa Voci fiorentine nel 2018 narrò, come grande divulgatore quale era, il nostro museo”.