Italia

La passione dei volontari in difesa della vita

di Marco Giorgetti

«La 194 è ormai vecchia di trent’anni, crediamo siano maturi i tempi per una seria analisi che prenda in  considerazione delle modifiche da apportare a questa legge». È l’onorevole Carlo Casini, storico presidente e fondatore del Movimento per la Vita, ad aprire i lavori del XXVIII Convegno nazionale dei Centri di aiuto alla vita (Cav) svoltosi a Montecatini Terme dal 14 al 16 novembre. Sul tema dell’incontro: («Il big-bang della vita: bellezza, ragione, diritto») è confluita l’attenzione di oltre cinquecento delegati provenienti da tutt’Italia.

Alla tavola rotonda iniziale dedicata a «Le istituzioni per la vita e la maternità», con particolare riferimento ai consultori ed alla prevenzione dell’aborto, sono intervenuti: il senatore Carlo Giovanardi (sottosegretario con delega alla Famiglia), Roberto Formigoni (presidente della Regione Lombardia), Angela Fabbri (responsabile del Cav di Forlì).

Nell’introduzione Casini ha ricordato i risultati conseguiti dal Movimento in questi trent’anni: 100 mila bambini sottratti all’aborto, 600 mila circa i contatti personali e telefonici con donne in difficoltà di vario genere, 304 sezioni del Cav in tutt’Italia con alcune migliaia di operatrici e operatori volontari, circa 92 le case di accoglienza sorte in questi decenni.

«In attesa che la legge venga modificata – ha continuato Casini – è ancora ampio il lavoro che ci attende. Notiamo, negli ultimi anni, un aumento delle richieste di aiuto da parte delle donne che sempre in numero maggiore  preferiscono le nostre strutture ai consultori pubblici, si accorgono che noi “tifiamo” concretamente per loro e per i bambini che portano in grembo, cercando di rimuovere ogni ostacolo che ne impedisca la nascita».

Anche Formigoni, in collegamento telefonico da Milano, ha ribadito la necessità dopo tre decenni di modificare la 194. «È necessario – ha sottolineato il presidente della Regione Lombardia – un’analisi serena che possa portare a dei correttivi; è una legge “formulata” in una situazione sociale e politica diversa dal periodo che stiamo vivendo ed è in alcune parti superata dal tempo. In Lombardia ho investito molte energie (60 milioni di euro, ndr) a favore dei consultori sia pubblici che privati perché siano messi in grado di fornire gli strumenti per rimuovere eventuali impedimenti alla maternità».

Angela Fabbri, responsabile del Cav di Forlì, donna apparentemente esile ma con uno spirito d’acciaio, ha poi portato il suo contributo di vita vissuta nella «trincea» dei Cav. Dai suoi racconti traspare subito un dato che accomuna l’esperienza dei molti presenti: la forte passione per la vita. Grande è l’attenzione al primo incontro con la madre in difficoltà: «È importante far sentire tutta la nostra accoglienza e il nostro calore umano – continua Angela – la persona deve avere la reale sensazione che stiamo lavorando per lei e la sua creatura. Deve sentirsi rassicurata, dobbiamo infondergli la sicurezza che non è più sola in quel momento di crisi, ma ha trovato amici che insieme a lei cercheranno in ogni modo di superare tutti gli ostacoli al buon esito della gravidanza».

È un fiume in piena Angela: «Se la donna, nella nostra società, fosse realmente assistita e concretamente supportata, si verificherebbe una drastica riduzione degli aborti. Tante testimonianze di donne,  che ci vengono a trovare dopo essere state ai consultori pubblici, convergono sul sottolineare una certa indifferenza e freddezza percepita in quegli ambienti. Ma la testimonianza maggiore e di tutte quelle mamme che ci portano successivamente in visita i loro bambini, felici di aver scelto di farli nascere».

«È inquietante verificare – evidenzia il senatore Giovanardi – un certo tipo di cultura che ogni tanto riaffiora, una sorta di positivismo del terzo millennio che vorrebbe delineare un nuovo ordine etico e morale. Ricordo le dichiarazioni fatte da un noto professore  ad un convegno di Firenze  qualche giorno fa: “Il neonato è un bambino?. No, diventerà una persona in divenire”…. È spaventoso ed angosciante – continua Giovanardi –, soprattutto se pensiamo che è in atto un processo di ordinamento europeo che invaderà il nostro stesso ordinamento, sia sulla regolamentazione delle nascite che sulle coppie omosessuali e questione eutanasia. Dobbiamo stare attenti a tante tossine che vengono messe nell’opinione pubblica per permearla e stravolgere così lo stato delle cose…..bisogna vigilare su quei tentativi provenienti da certi ambienti di decristianizzare la nostra società.  Lavoreremo affinché le radici cristiane di questa nostra Europa, se anche non ancora ammesse nella carta costituzionale, non vengano cancellate ma vengano incluse nel documento fondante l’Unione europea».

Card. Antonelli: «Questa sorella che dorme ci interpella e ci interroga»«Eluana ci interpella e ci interroga. Viene condannata a morire di fame e di sete per il suo stato vegetativo. Ma lei non è un vegetale, è solo una nostra sorella che dorme». L’intervento del  cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, era molto atteso al XXVIII Convegno nazionale dei Centri di aiuto alla vita. La dolorosa vicenda di Eluana ha catalizzato l’attenzione, com’era prevedibile, non solo dei partecipanti ma anche di tutti i relatori della tre giorni montecatinese.

«La persona – ha sottolineato il Cardinale durante la celebrazione eucaristica finale – mantiene tutta la sua dignità e tutto il suo valore anche quando si trova in quelle condizioni. Il valore della persona e la dignità umana sono aspetti indipendenti da fattori di consumo, efficienza e comunicazione. Ci vuole un grande impegno culturale, giuridico e politico affinché si faccia chiarezza sui principi cardini della nostra esistenza».

«Merita sicuramente ascolto – ha continuato Antonelli – l’appello delle suore che da quattordici anni hanno in cura Eluana. Esse chiedono al padre di lasciarla a loro che la sentono viva. Sembra un’appendice alla supplica che madre Teresa fece vari anni fa riguardo alla questione dell’ aborto. La fondatrice delle suore della Carità esortava le madri che volevano abortire a portare a termine la gravidanza lasciando a lei i bambini indesiderati».

Il giorno precedente era intervenuto sull’argomento il dott. Alessandro Meluzzi, psichiatra  di fama:«La vita appartiene al tempo dell’attesa. È un evento straordinario che si ripete ogni giorno, e come tale andrebbe vissuto. È umano progettare e pianificare anche a lunga distanza, ma non si dovrebbe mai perdere la capacità di vivere ogni  aspetto della nostra esistenza all’interno della dimensione dell’attesa».

«Se non viviamo in questa dimensione – ha continuato Meluzzi – la nostra fede rischia di vacillare tutte le volte che un evento negativo fa saltare completamente i nostri progetti e le nostre valutazioni. A volte da creature quali siamo, perdendo il vero senso delle cose, ci crediamo unici creatori del nostro futuro».

Ha poi proseguito: «Il ritorno alla casa del Padre non può essere vissuto come un viaggio in treno. Uno prenota il giorno e l’ora del rientro, magari anche il modo. L’abbraccio che ci ricongiungerà a Dio è prima di tutto affidamento totale a Lui nella fede».

Il presidente dei Cav, Carlo Casini, ha invitato tutta l’assemblea presente a pregare insieme per Eluana. «Abbiamo deciso – ha annunciato al termine della preghiera –  attraverso i nostri organi esecutivi, di condividere con Eluana una giornata di digiuno da cibo ed acqua nel giorno in cui verrà portata via dalle suore che finora l’hanno amorevolmente curata».

Un appello è stato rivolto al Parlamento, da parte del Movimento per la Vita perché discuta ed approvi in tempi rapidi una buona legge sul «fine vita» che possa evitare alle altre migliaia di persone nelle condizioni di Eluana di essere minacciate da un’eutanasia decisa in un aula di tribunale. Inoltre il Convegno dei Cav ha rivolto un estremo e disperato invito al Governo perché facendo ricorso allo strumento della decretazione d’urgenza, stabilisca, in attesa della legge, che i trattamenti di alimentazione ed idratazione dei malati terminali e dei malati in stato vegetativo persistente non possono per nessun motivo essere interrotti. Il Movimento per la Vita ha anche scritto al Presidente della Repubblica per chiedergli di far valere la sua alta autorità morale affinché Eluana possa conservare la «grazia» di continuare a essere nutrita, alimentata, curata e amata dalle Suore di Lecco.

LA SCHEDAIl Movimento per la vita trae la sua origine dall’esperienza del primo Centro di aiuto alla vita sorto a Firenze nel 1975. Da allora altri 303 Cav si sono strutturati su tutto il territorio nazionale, coadiuvati anche da 271 movimenti locali. In oltre trent’anni di attività sono stati circa 100 mila i bambini aiutati a nascere e più di 600 mila le donne accolte, assistite, ascoltate, sostenute in vario modo. Più delle migliaia di operatrici dei Centri, sono quei bambini e le loro mamme (ogni anno più di 20mila donne vengono assistite in vario modo, di esse almeno la metà sono gestanti) che potrebbero raccontare storie drammatiche – quasi tutte, però, a lieto fine – di speranze perdute e ritrovate, di fiducia smarrita e restituita.

Un altro punto di forza dei Cav sono le Case di accoglienza. Queste realtà, federate o vicine al Movimento per la vita, sono 92 sparse su tutto il territorio nazionale. Le donne in attesa di un figlio sono accolte nella Casa perché senza marito o compagno, senza mezzi di sostentamento o una famiglia alle spalle che si prenda cura di loro. Nella Casa di accoglienza le madri imparano ad affrontare la gravidanza e il parto dal punto di vista medico-sanitario, a saper allevare il bambino, a relazionarsi con le altre mamme, in un clima familiare sereno ed affettivo. Le madri imparano soprattutto a diventare autonome, cercandosi un lavoro e poi anche una casa, ricostruendosi legami familiari e reinserendosi nella società.

Nel 1994 è nato Progetto Gemma, servizio per l’adozione prenatale a distanza di madri in difficoltà, tentate di non accogliere il proprio bambino. Attraverso questo servizio e con un contributo minimo mensile di 160 euro, si può adottare per 18 mesi una mamma e aiutare così il suo bambino a nascere. Dalla nascita di Progetto Gemma i bambini così aiutati sono stati circa 14.000.

Il 28 dicembre del 1992 è arrivata la prima telefonata a SOS vita, 800.81.3000, cioè al numero telefonico gratuito che il Movimento per la vita tiene aperto 24 ore su 24 e 365 giorni l’anno per ascoltare, aiutare, soccorrere e accogliere le donne che si trovano in difficoltà a causa di una gravidanza problematica, perché inattesa o subita o rifiutata. Da allora le chiamate non si sono più fermate, ad oggi se ne contano più di 30000. Per chi desidera saperne di più può visitare il sito www.mpv.org oppure telefonare allo 06/86322060.