Toscana

La Toscana delle emergenze

di Sara D’Oriano

«Trasversale, apolitico e interclassista». Così Alberto Asor Rosa, coordinatore della Rete dei Comitati per la difesa del territorio, risponde a chi gli domanda una definizione del suo «neoambientalismo»: «La Rete dei comitati nasce anzitutto dal basso, dai cittadini e vuole rimanere ancorata alle sue radici. Ci chiedono se siamo di destra o sinistra.Io rispondo che intanto tiriamo dritto, il che ci porterà a qualche punto di arrivo senza troppi sbandamenti». È pacato ma fermo, Asor Rosa, nel suo discorso, tenuto lo scorso sabato 28 giugno, durante il convegno «Le emergenze in Toscana» organizzato dalla stessa rete dei Comitati. Nata lo scorso anno sulla scia delle polemiche per la costruzione delle cosidette «villette dello scempio» a Monticchiello, la rete intende dare voce a tutti gli «scempi urbanistici» della nostra regione e, realizzando una mappa che li raccolga tutti, opporsi agli attuali progetti, proponendo soluzioni alternative. Il tutto non sempre in dialogo con la Regione. Anzi, quasi mai. È prova di questo attrito con gli enti locali l’assenza al convegno di rappresentanti politici, primo fra tutti l’assessore all’urbanistica e ai trasporti, Riccardo Conti, che ha ribattuto per l’occasione: «Non ho ricevuto alcun invito al convegno, piuttosto Asor Rosa non volle venire, anche se invitato, alla nostra conferenza sulla sostenibilità. Se di dialogo si deve parlare, l’intenzione da parte nostra non manca». Presentata la mappa dettagliata delle emergenze ambientali in Toscana, al momento 109, con 180 comitati, ma il monitoraggio è ancora in corso e la mappa è visitabile sul sito www.toscanainfelix.org.

Le emergenze descritte sono di varia natura e hanno vari tipi di priorità: riguardano i centri storici, analizzano progetti stradali ed impianti energetici, il consumo del territorio e del paesaggio, soprattutto sulla costa, con Capalbio, ma anche Monticchiello e Campiglia Marittima. Riguardano poi il problema delle grandi infrastrutture, come la Tav e il Corridoio tirrenico, fino alla questione delle energie rinnovabili, dove, secondo Asor Rosa, «il discorso si fa più aperto e problematico ». Il convegno ha inoltre permesso il confronto con altre realtà italiane, dove si stanno realizzando reti di comitati che si ispirano a quello toscano: si è parlato della Val di Susa con la Tav, delle battaglie dei Comitati lombardi preoccupati per la gestione di Expo 2015 e di quelle per i rifiuti in Campania o per gli abusi edilizi sulle coste del Sud. «La Toscana – ha ribadito lo stesso Asor Rosa – sta sicuramente meglio di Lombardia o Campania, ma questo non basta, perchè le emergenze sono in costante crescita». Più volte l’intervento di Asor Rosa ha sottolineato le difficoltà di comunicazione con le istituzioni: «All’inizio c’era un confronto, poi interrotto, forse perchè ci considerano troppo estremisti. Ritengo piuttosto che siamo di fronte a una grossa crisi politica, sul piano culturale e forse anche morale, che oggi è assolutamente visibile: pare che si debbano condividere le regole di partecipazione dei politici, per poter essere “partecipati”, altrimenti non veniamo nemmeno presi in considerazione».

Dura la risposta dell’assessore Conti, che ha ribadito: «In Toscana non manca certo il dialogo, nè abbiamo ignorato le richieste dei comitati. L’anno scorso abbiamo realizzato il Pit (Piano di indirizzo territoriale), proprio per fronteggiare l’insorgere degli abusi edilizi e degli scempi contro il nostro territorio. Asor Rosa è capace di contrastare anche quello, sostenendo che il piano manchi di “capacità decisionale”. Cosa significa? Non dobbiamo nè vogliamo trasformarci in sceriffi della nostra regione. L’impressione è che Asor Rosa voglia solo contrastare tutto e farsi unico giudice di ciò che è bello e utile, ma in un sistema democratico non funziona così». Conti ha poi commentato la recente «alleanza» tra Asor Rosa e il ministro dei beni e delle attività culturali, Sandro Bondi, schieratosi apertamente dalla parte del «professore»: «A Monticchiello le forze di governo del centro sinistra hanno preso il 74% alle ultime elezioni, forse l’intervento del ministro le farà crescere di un altro 10%». Una polemica che rischia di far dimenticare a entrambe le parti il motivo profondo della discussione: il bene della nostra regione e per noi stessi.

GLI SCEMPISono 64 i comuni toscani coinvolti nelle denunce presentate dalla rete, 109 gli «scempi» documentati. Eccone alcuni.

1. Il «corridoio tirrenico»: da 30 anni si dibatte sulla realizzazione di un nuovo tracciato autostradale che dovrebbe collegare Civitavecchia e Grosseto. 110 Kilometri circa che scorrerebbero su un tracciato in parte interno sulle colline, in parte parallelo alla SS Aurelia, la quale sarebbe ridotta da 4 a 2 corsie.

2. Il «front-office» comunale in Piazza Mino a Fiesole: la rete dei comitati contesta la realizzazione, sotto il livello del terreno, di un enorme front-office in cemento armato, nella piazza centrale della storica cittadina di Fiesole, sotto il secentesco palazzo comunale e l’adiacente chiesa del XII secolo.

3. Il villaggio turistico di Campiglia marittima: Un nuovo villaggio turistico dovrebbe sorgere a cinquecento metri dalla Rocca di Campiglia Marittima, in località Fonte di Sotto. Se il minuscolo e intatto borgo di Campiglia si estende sul cocuzzolo per una superficie di 50.000 quadrati, ai suoi piedi il villaggio sarà al centro di un´area estesa per più della metà dell´abitato medievale.

4. La geotermia sul Monte Amiata: l’acquifero del monte Amiata, il più importante serbatoio idrico del centro Italia, usato per la produzione di energia elettrica, rischia di prosciugarsi (secondo alcuni studi condotti dalla Regione Toscana). Le conseguenze del continuo sfruttamento sarebbero devastanti: aumento della concentrazione delle sostanze inquinanti nel bacino; aumento del rischio di sismicità, oltre all’esaurimento dei pozzi geotermici.