Firenze
La via crucis dei giovani da Scandicci a Sollicciano
In tanti presenti a questo intenso momento di preghiera

“Sono un detenuto ed ho scontato fino ad oggi oltre 30 anni di carcere per reati di mafia. Da giovane ho creduto che la mafia fosse la speranza di una vita migliore. Ma, man mano che crescevo mi rendevo conto che in realtà era tutto un bluff, una terribile falsità nella quale ero caduto e dalla quale era difficile uscire”. È una delle testimonianze che sono state lette stasera nella via crucis dei giovani, organizzata dalla pastorale giovanile della diocesi di Firenze, che quest’anno si è svolta a Scandicci (luogo della missione giovanile che si è tenuta alcune settimane fa) e si è conclusa in prossimità del carcere di Sollicciano.
Circa un migliaio di persone insieme all’arcivescovo di Firenze Gherardo Gambelli hanno dato vita a questa preghiera, intitolata ‘Lasciati fiorire. La speranza non delude’, partita dal piazzale della Resistenza in un clima di grande raccoglimento. Molte le persone con candele in mano e tanti i ragazzi presenti ad ascoltare le meditazioni tratte dalla Missione giovani diocesana e anche dall’esperienza dei detenuti. “Dopo dodici anni di detenzione, anche al 41bis – si legge nel testo di uno di loro – ho deciso di collaborare con la giustizia. Mi piacerebbe, ora, poter parlare a tutti quei giovani che credono nella mafia come speranza. Vorrei dirgli: scappate, quello che state vivendo vi porterà solo in due direzioni: la morte o la prigione. Distruggerete la vostra vita e quella dei vostri familiari. Credere in Dio mi aiuta nei tanti momenti di disperazione, la fede mi dà speranza che la vita che ho davanti possa essere diversa e fondata sull’amore invece che sull’odio”.