Vita Chiesa

L’abbraccio di Fiesole al nuovo vescovo

di Damiano Fedeli

La cattedrale di San Romolo era stracolma. Così come la piazzetta davanti, il salone del Seminario e la chiesetta di Santa Maria: tutti davanti ai maxischermi allestiti per l’occasione. La diocesi di Fiesole – con quasi tremila persone venute sul colle – si è stretta nel pomeriggio di domenica 18 per abbracciare il nuovo vescovo Mario Meini.

Il suo ingresso lo ha fatto da San Domenico, dove ha salutato il sindaco Fabio Incatasciato e i frati domenicani nell’infermeria del convento. Poi la salita a Fiesole, per l’omaggio alla Madonna nella chiesa di Santa Maria Primerana. Da qui, la processione solenne verso la cattedrale, con quasi tutti i vescovi della Toscana – e anche qualche «emerito», come mons. Bassetti, ora arcivescovo di Perugia. Oltre ai sindaci della diocesi, tantisssime anche le persone venute dalla diocesi di Pitigliano, dove finora Meini aveva esercitato il proprio mandato.

Il vescovo Luciano Giovannetti, che per quasi trent’anni ha guidato la diocesi fiesolana, ha salutato Meini, indicandogli come il pastorale che gli avrebbe di lì a poco consegnato «sarà sì un peso ma un peso soave e leggero in quanto il Pastore non sarà solo. Perché se è vero che il gregge ha bisogno del Pastore è altrettanto vero che il Pastore ha bisogno di un gregge attento e fedele». L’arcivescovo di Firenze Betori, metropolita, ha avuto il compito, dopo la lettura della lettera di Benedetto XVI con la nomina, di proclamare «da questo momento il Vescovo Mario Meini è il pastore della santa Chiesa di Fiesole». Subito dopo, il passaggio del pastorale e l’abbraccio del vescovo Luciano, da quel momento «emerito», al vescovo Mario.

Nella sua prima omelia da vescovo di Fiesole, Meini ha salutato il vescovo Giovannetti («Dopo quasi trent’anni del suo così intenso servizio, per molti sacerdoti e fedeli sarà difficile immaginare un vescovo diverso. La successione a lui per me non è facile, ma la sua disponibilità mi conforta») e tutte le espressioni della Chiesa fiesolana, sacerdoti, religiosi, laici. «Ho trovato aperte e spalancate le porte della diocesi e della città di Fiesole – ha sottolineato Meini – ora con tutta delicatezza e rispetto, ma con piena fiducia, vengo a bussare anche alla porta del vostro cuore. Alla porta di ciascuno di voi e di tutti i fedeli di questa Chiesa. Mi presento nel nome del Signore vi chiedo di accogliermi, senza guardare troppo alla mia persona, semplicemente come suo ministro, memori di quanto egli stesso ci ha insegnato: “Chi accoglie voi, accoglie me”».

Al termine della celebrazione, un vero bagno di folla per Meini nella piazzetta davanti alla cattedrale. «Non so – ha detto Meini, congedandosi – se voi potete aspettarvi qualcosa di buono da me. Io mi aspetto tanto da voi. E se mi aiutate, certamente, il Signore ci darà la sua benedizione e ci farà progredire».

A due giorni dal suo ingresso, martedì 20, il vescovo Meini ha incontrato i sindaci e i rappresentanti delle amministrazioni comunali (una trentina) del territorio della Diocesi nella sede del Comune a Fiesole. «Avvertiamo sintomi di una povertà che richiede un’attenzione rinnovata, una collaborazione fra istituzioni civili, religiose e associazioni volontarie per offrire un sostegno concreto a chi si trova in difficoltà», ha detto, fra l’altro, in quell’occasione Meini. «Il Vangelo è qualcosa di molto più grande e significativo di quanto sia io come individuo, ma al quale posso fare appello per trovare la forza di adempiere degnamente alla mia missione».

Nella foto, l’abbraccio tra Giovannetti e Meini