Prato

Lavoro: Prato è la provincia toscana coi redditi più bassi. Emerge da una ricerca Cisl presentata stamani

Vale per i dipendenti, in particolare per quelli del manifatturiero. Con una così bassa attrattività e il calo demografico, il mis-match occupazionale è destinato a crescere. Da ripensare anche la rete dei servizi per gli over 65.

Prato

Quindicesima provincia italiana per numero di contribuenti (dodicesima se si guarda solo ai lavoratori dipendenti), ma solo 117esima per reddito medio (137esima per i dipendenti). Ultima provincia toscana per reddito dei lavoratori dipendenti, con un distacco più marcato nel settore manifatturiero, dove viene quasi ‘doppiata da Lucca (17.173€ contro 30.132) e distanziata di oltre 4.300 euro dalla penultima, Grosseto (21.475€). Sono alcuni dati che emergono dallo studio commissionato dalla Cisl Firenze-Prato e realizzato dai ricercatori Stefano Dal Pra Caputo e Francesco Peron, che guarda alle tendenze per i prossimi anni, in provincia di Prato, lungo tre filoni: giovani, lavoro e casa.

La ricerca è stata presentata stamani al Prisma di Prato, davanti al sindaco di Prato Matteo Biffoni, al vescovo monsignor Giovanni Nerbini e a rappresentanti di istituzioni e realtà economiche e sociali della città.

“Abbiamo voluto questa ricerca – ha detto Franchi – per guardare al domani in modo complessivo. Conoscere il quadro servirà, a tutti, per elaborare progetti e percorsi in grado di dare risposte alle persone che abitano le nostre comunità. Per questo abbiamo scelto di condividere questa ricerca con tutti gli stakeholder del territorio, procedendo come nostro stile non per contrapposizioni, ma cercando di condividere soluzioni, anche in vista delle elezioni amministrative che riguarderanno diversi comuni il prossimo anno e che necessariamente dovranno evidenziare proposte e trovare risposte a questi problemi. “Sul fronte occupazione ci sono due problemi che insieme diventano devastanti, quello demografico e il mismatch del mercato del lavoro: la diminuzione di persone in età lavorativa (-6.300 nella provincia tra 10 anni), sarà ancora più pesante se non riusciamo a far incontrare chi cerca e chi offre lavoro. Si può partire dalle politiche attive pubbliche, che manifestano criticità e vanno migliorate, coinvolgendo anche le parti sociali che conoscono da vicino i fabbisogni occupazionali del territorio, e dall’orientamento scolastico”.

Secondo Franchi, a Prato “c’è poi un problema di redditi e di distribuzione della ricchezza. E non parliamo di un’area periferica della regione, ma di una delle zone più sviluppate e dinamiche, un polo tessile tra i maggiori d’Europa, una locomotiva della Toscana. Eppure il comune di Prato è 117esimo in Italia per reddito medio complessivo e addirittura 137esimo se prendiamo in considerazione solo i dipendenti. Cosa tiene i redditi così bassi ? Perché la ricchezza viene condivisa così poco, soprattutto con i lavoratori dipendenti ? E a soffrire sono soprattutto i lavoratori del manifatturiero, rendendo il settore meno attrattivo degli altri e dunque rendendo per le relative imprese ancora più problematico, in prospettiva, trovare manodopera”.

Franchi ha infine sottolineato la necessità di ridefinire i servizi alla luce dell’aumento della popolazione over 65: “Con gli investimenti del Pnrr non basta costruire edifici, occorre migliorare i servizi alla persona. Rivedere e potenziare la sanità territoriale è indispensabile: ce lo ha dimostrato la pandemia, ma sarà ancora più vero nei prossimi anni, quando la popolazione anziana crescerà ancora.”

La sintesi della ricerca
INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE Un primo dato. La popolazione sta invecchiando. E invecchiano anche le lavoratrici e i lavoratori occupati nel mercato. Anche in una provincia come Prato, con un forte numero di stranieri giovani, la quota di lavoratori over 45 è cresciuta di 10 punti percentuali. Nel 2031 la popolazione potrebbe salire di oltre 10 mila unità. A crescere però saranno in particolare gli over 65 che passeranno da 53.244 del 2013 a 69.835 del 2013.


RICADUTE DEMOGRAFICHE SUL LAVORO Da qui a 10 anni le persone potenzialmente in età pensionabile, che oggi hanno un’età compresa tra 57 e 67 anni, saranno 37.821. Quelle che entreranno potenzialmente nel mercato del lavoro, ovvero che oggi hanno tra gli 8 e 18 anni, sono 28.621. Applicando il tasso di occupazione medio del 68,3 del 2022, otteniamo una mancanza potenziale di circa 6.300 lavoratori nel 2032.Quando si parla di miss-matching oltre ovviamente ai temi della formazione e del welfare bisogna sempre più iniziare a considerare il tema demografico. I giovani che entrano nel mercato del lavoro non compensano oggi le persone che vanno in pensione nel mercato del lavoro. E in prospettiva il dato è e sarà sempre peggiore.

L’ATTRATTIVITÀ DEL SETTORE MANIFATTURIERO  Oltre il 40% delle lavoratrici e dei lavoratori in Provincia di Prato è occupato nel settore dell’industria.Ma quanto è attrattivo il settore manifatturiero?Secondo le analisi dei dati, la Provincia di Prato è quella dove il reddito da lavoro generato dal settore manifatturiero è più basso rispetto a tutte le altre province toscane. Già di norma il reddito medio da lavoro dipendente è più basso rispetto alle altre Province, 19.045 a Prato rispetto, per esempio, ai 23.870 di Firenze o ai 23.066 di Lucca. Ma il dato si abbassa ulteriormente quando si parla di attività manifatturiere. La media dei redditi da attività manifatturiere a Prato è di 17.173 euro contro i 23.324 del trasporto e magazzinaggio. Per quanto riguarda il settore manifatturiero Prato ha una media di redditi pari a 17.173,60 e si posiziona ultima tra le province Toscana. Rispetto alla penultima – Grosseto – il divario è di oltre 4.300 euro.

OVER 65 Un ultimo ragionamento: nel 2031 la popolazione over 65 in tutta la Provincia sarà il 25,8%.Nel 2063 – secondo le stime ISTAT – la popolazione in Toscana diminuirà di oltre 400mila di abitanti con una riduzione, in particolare, della popolazione potenziale in età lavorativa che passerà da 2,3 milioni a 1,8.