Prato

Le priorità per il futuro: vedere, valutare e agire

Al centro ci sarà una rilettura della parrocchia, come fulcro della vita pastorale, mentre il cammino triennale si intreccerà significativamente con la Visita pastorale che porterà il Vescovo Franco in tutte le parrocchie della nostra Diocesi. «La Chiesa in Occidente – ha spiegato mons. Agostinelli – vive trasformazioni epocali. Non possiamo condannarci al presente, giustificandoci col dire che abbiamo fatto sempre così. Dobbiamo diventare capaci di futuro».La presentazione, come dicevamo, si è svolta, da ultimo in seno al Consiglio Pastorale diocesano, convocato in palazzo vescovile lunedì 3 giugno in una veste largamente rinnovata. Il Vescovo ha spiegato che, essendo decaduta con la sua nomina la vecchia assemblea, si sta procedendo al suo nuovo assetto. Intanto il Consiglio, dopo la nomina dei rappresentanti delle zone pastorali, è stato convocato in una prima riunione; presto, appena ne sarà completata la composizione, verrà eletto anche il nuovo vicepresidente.Il Vescovo non ha usato, nel discorso introduttivo, giri di parole: dobbiamo rimetterci in discussione. E, per farlo efficacemente è indispensabile «aiutarci a vicenda». La bozza presentata riporta un convincimento di fondo: «È necessario che la comunità ecclesiale recuperi unità d’intenti, chiarezza di scopi e di fini, convergenza e collaborazione di tutte le sue componenti nell’obbedienza allo Spirito Santo». E, riferendosi al cammino che ci attende, mons. Agostinelli ha detto: «Di una parrocchia autoreferenziale la Chiesa non sa che farsene». A proposito della parrocchia il cammino, sebbene in via di definizione, traccia una rotta chiara: «La nuova evangelizzazione c’impone una rilettura della realtà della parrocchia, affinché – recita la bozza del programma triennale – il chiudersi nel ripetitivo o nel soggettivismo assoluto o nell’autoreferenzialità o nell’autosufficienza non impediscano l’efficacia santificatrice dell’azione di Dio». In altre parole bisogna passare da una pastorale di «sacramentalizzazione» ad una di vera «evangelizzazione».Per raggiungere l’obiettivo potrà essere necessario rivedere i confini di alcune parrocchie, unificarne altre, potrà imporsi la costituzione effettiva di unità pastorali o, comunque, una ridistribuzione del clero in base alle nuove esigenze.Ma se la parrocchia, pur in una rivisitazione complessiva, rimarrà il fulcro della pastorale ordinaria, «se il territorio rimane ancora un elemento essenziale per la definizione dell’identità della persona e della famiglia, tuttavia – spiega la traccia – non è più il riferimento unico o decisivo». Per questo «C’è necessità di nuove proposte per giungere là dove la gente vive, progetta, lavora, decide, si diverte, soffre e piange».La Visita pastorale offrirà al riguardo, un’opportunità straordinaria, per il suo snodarsi nel territorio ecclesiale senza dimenticare però tutti quegli «ambienti» della vita civile che in quel territorio insistono. Il suo inizio, come annunciato da mons. Agostinelli durante il pontificale di Santo Stefano, sarà nel gennaio 2014, per conludersi all’incirca tre anni dopo. «Sarà – ha ammesso – una fatica “riposante”».Dunque il cantiere pastorale è ormai ufficialmente aperto in diocesi. Il Vescovo ha chiesto suggerimenti e indicazioni, mentre gli organismi preposti, a cominciare dal Consiglio episcopale, lavoreranno alla stesura definitiva del nuovo programma pastorale.