Prato

Lei in parrocchia, lui al circolo

Moglie in parrocchia, marito al circolo Arci. Una coppia impegnata nel volontariato, a dispetto della filmografia sempre divertente, ma un po’ consunta, alla don Camillo e Peppone. A Figline, dove vivono Annalisa Breschi e Stefano Nesi, le attività dell’una e dell’altro non danno nell’occhio. Sono finiti i tempi in cui il paese era suddiviso tra chi andava in chiesa, e dintorni, e chi si sedeva sulla sponda opposta del torrente, ai tavolini dove si parlava, almeno in teoria, di Marx e affini. In un paesino piccolo come la frazione di Prato, è vero, il passato ha riservato anni e mesi in cui il solco tra gli uni e gli altri era profondo. Oggi non più. Annalisa Breschi si occupa della Caritas parrocchiale, su espresso invito di don Giuseppe Billi, e Stefano Nesi è consigliere del circolo Arci. Niente di più normale, tanto più, racconta lei, che il parroco «da noi è sempre stato di casa». E fin dagli anni Settanta, quando ancora i coniugi di Figline vivevano nelle famiglie d’origine. «Siamo due persone impegnate – riprende la signora Breschi – e viviamo bene i nostri impegni» che non turbano di certo l’atmosfera di casa. Anzi, l’uno potrebbe benissimo ritrovarsi nel ruolo dell’altra. E viceversa.Intanto, lei aiuta le famiglie in difficoltà, non molte visto che Figline non è grande e che i mezzi della Caritas locale non sono eccezionali, portando alimenti e un pasto laddove non ci si potrebbe permettere. Agli avventori della pizzeria del circolo Arci pensa invece il marito, che vi presta servizio come volontario.Volontariato, in entrambi i casi. E più del tramonto delle ideologie, c’è però da dire, l’ha giocata pesante proprio il calo delle persone disposte a spendere un po’ di tempo e di energie per gli altri. Senza la coppia di coniugi, tanto la parrocchia con la Caritas che il circolo con la pizzeria perderebbero un apporto importante. «C’è chi sceglie di andare a pescare e chi si dedica ad altre attività, – dice ancora Annalisa Breschi – noi abbiamo scelto di essere impegnati nel volontariato, proprio in un momento difficile come questo, nel quale si trovano sempre meno persone disponibili».Quando la Caritas aprì, a Figline, poteva contare su 5 o 6 persone. «A un certo punto sono rimasta soltanto io, – continua Annalisa Breschi – ma negli ultimi tempi si sono aggiunte altre persone. Anche al circolo hanno sempre bisogno di volontari».Insomma, c’è da rimboccarsi le maniche, per il bene altrui. Tra attività ludiche e culturali, con la pizzeria che fa spesso da traino, il circolo tira avanti. E tira avanti anche la Caritas. «Siamo aperti il martedì, dalle 15 alle 16,30; – conclude la signora – chi vuol venire a esporci un problema, può farlo. Assistiamo alcune famiglie, con le nostre poche risorse» e l’auspicio è di poter rispondere, direttamente o indirettamente, anche ad altre domande.

Fabio Barni