Vita Chiesa

Libano, la visita dell’ordinario militare: «Vangelo arma più potente»

«Oggi, che peraltro è il giorno in cui la Chiesa d’Oriente celebra il suo Natale, il Vangelo ci mette dinanzi un’altra categoria di persone: i magi, i sapienti, coloro che sono alla ricerca della verità. È un messaggio particolarmente eloquente in questa terra d’Oriente, in questa splendida regione del Libano dove il contingente Unifil, composto da forze armate di diversa nazionalità sotto l’egida delle Nazioni Unite, è impegnato a custodire la pace, vegliando sulle incursioni di gruppi armati nei confronti della popolazione locale e, allo stesso tempo, è impegnato a custodire le linee di confine con Israele, con la Terra Santa». Lo ha detto ieri l’ordinario militare per l’Italia, monsignor Santo Marcianò, durante una delle due celebrazioni eucaristiche presiedute in Libano (Shama e Naqoura) in occasione dell’Epifania. «Come i Magi – ha aggiunto il presule, che rimarrà in visita ai soldati italiani fino a domani – anche noi ci mettiamo in cammino, anche senza una risposta completamente chiara, ma seguendo una stella, cioè le indicazioni che ci vengono date e i volti delle persone che ci chiedono aiuto. Quante, in un luogo come questo!». «Il cammino di chi, come voi – ha spiegato – si mette a servizio degli altri nei contingenti di pace non è semplice. É fatto di piccoli gesti quotidiani che sanno costruire la pace col custodire, curare, promuovere popoli che sentiamo fratelli».

«Ma come portare questo messaggio in un mondo, quello militare, in cui la guerra, la violenza, sembrano compagne di cammino?» si è chiesto mons. Marcianò: «Diventando stella». E questo si traduce in due elementi: da una parte lo «stile» che «mi sembra accomuni e contraddistingua i militari italiani, forti di una cultura ricca di attenzione all’altro, di una formazione attenta alla correttezza e alla non violenza, di uno spirito di gruppo, di un impegno comune, di famiglia che può diventare lievito anche per la vita di altri nostri compagni di culture diverse». Dall’altro «c’è tutta la forza del Vangelo: c’è tutta la Luce che, pur riflessa dalle stelle, è portata sulla terra solo dal Bambino di Betlemme, dal Figlio di Dio. Noi militari cristiani dobbiamo avere il coraggio di affermare che è il Vangelo l’‘arma’ più potente, l’unica arma in grado di costruire la pace».