Toscana

LIBANO: PROGETTO CEI A FAVORE DEI CRISTIANI; MONS. CETOLONI: IL PAESE VIVE MOMENTI DI ATTESA E TIMORE

“La gente tenta di vivere secondo una parvenza di normalità, ma si percepiscono inquietudine, senso di attesa e forte timore per una tempesta che potrebbe scoppiare da un momento all’altro”. Così mons. Rodolfo Cetoloni, vescovo di Montepulciano, sintetizza al SIR lo stato d’animo diffuso nella comunità cristiana in Libano, all’indomani degli scontri tra le opposte fazioni che hanno causato una ventina di feriti. Sulla crisi del Paese, senza presidente dal 24 novembre 2007 quando è scaduto il mandato di Emile Lahoud, è intervenuto domenica scorsa all’Angelus anche il Papa che ha lanciato un appello alla riconciliazione e alla pace. Mons. Cetoloni è appena rientrato da una breve visita nel sud del Libano “dove la Cei – spiega – sta seguendo un progetto con la Chiesa maronita e melkita per fare sì che i cristiani continuino a vivere in quella zona che chiamano ‘terra santa’ perché è la zona in cui è stato Gesù”. “La loro situazione è difficile,– prosegue il vescovo -. Per questo molti se ne sono andati, soprattutto i maschi giovani che costituiscono il 70% degli emigrati all’estero”. Il progetto “è stato avviato nella zona di confine tra Libano e Israele dove si trova una decina di villaggi cristiani, e si collega all’impegno che i vescovi italiani, e in particolare la Cet (Conferenza episcopale toscana) hanno assunto da ormai 10 anni verso Palestina e Israele”. Un progetto che “intende riunire idealmente e concretamente la comunità maronita del sud del Libano con quella del nord Israele, 15-20 km in linea d’aria – precisa il vescovo di Montepulciano – praticamente la stessa comunità cristiana, divisa purtroppo dalle note vicende politiche e geografiche, in realtà unita dalla medesima storia e tradizione”. E proprio a seguito della segnalazione dei cristiani del nord Israele – prosegue -, “che al momento della guerra del Libano dissero: ‘Non pensate solo a noi, pensate anche ai nostri fratelli che si trovano dall’altra parte del confine’, è nato il progetto, pensato dopo un confronto con l’Ufficio Cei per il Terzo mondo, e riguardante la costruzione di due scuole, una nel nord di Israele e una nel sud del Libano, e di un piccolo ospedale nella zona, sguarnita di servizi sanitari tranne un poliambulatorio/dispensario inadeguato alle esigenze della popolazione”. Quasi completato il primo, il secondo verrà avviato in tempi brevi. “Dobbiamo essere vicini e rimanere all’interno di queste realtà per dare alla gente qualche speranza che la propria storia possa cambiare”, ha concluso il vescovo di Montepulciano, diocesi che con quella di Fiesole, cui apparteneva come religioso francescano prima dell’ordinazione episcopale, costituisce il “principale motore” dell’iniziativa.Sir