Toscana

LIBIA, UCCISIONE DI GHEDDAFI; P. ARCHEBUCHE (CARITAS): E’ LA FINE DI UN INCUBO

Speranze anche tra i cattolici di Tripoli, appena appresa la notizia della morte di Gheddafi. “E’ la fine di un incubo. Da più di un’ora la gente esulta per le strade, ci sono caroselli di gioia, spari in aria – racconta al SIR padre Alan Archebuche, direttore di Caritas Libia, mentre al telefono si sentono clacson che suonano a festa (la chiesa cattolica è nel centro di Tripoli) –. Anche qui arrivano notizie contrastanti, alcuni dicono che è stato ferito alle gambe, altri che è stato ucciso, ma la gente sta festeggiando. Se la notizia è vera è molto positiva, perché aiuterà a normalizzare la situazione e a cominciare una nuova vita, a stabilire un nuovo governo democratico, che non sarebbe stato possibile prima, senza la cattura di Gheddafi”. “In questo momento – afferma p. Archebuche – ci sono moltissime speranze anche tra i cattolici. Sono tutti in casa, guardano la tv e cercando di comprendere le conseguenze di questo evento. Molti stanno chiamando da diverse zone del Paese per confermare che la notizia è vera”. Anche il vescovo di Tripoli, mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, ha appreso la notizia a pranzo. Non riescono ad avere invece notizie da Sirte, dove era nascosto Gheddafi e dove si è svolta la battaglia finale, perché “le comunicazione telefoniche sono totalmente interrotte”, informa padre Archebuche. “Anche a Sirte ci sono dei cattolici, tra cui alcuni operatori sanitari. Sappiamo però che laggiù ci sono molti feriti negli ospedali, soprattutto tra i lealisti”. Sul futuro della Libia e la nuova dirigenza del Cnt (Consiglio nazionale di transizione) padre Archebuche è fiducioso: “Penso che potranno marcare una differenza rispetto al vecchio regime, per mostrare un volto nuovo della Libia, rendendola un Paese democratico e libero”. “Sono molto contento – conclude -, ora speriamo di poter cominciare una nuova vita”. (Sir)