Cultura & Società

Libri: “Consideriamo la nostra semenza”, così per Irene Sanesi i classici possono ispirare i manager

L'economista della cultura, commercialista ed economa della diocesi di Prato, esplora il legame tra letteratura e management: strategia, leadership, comunicazione emergono dai Canti, dalla Divina Commedia e dai Promessi Sposi come strumenti per ispirare imprenditori e professionisti. Il libro viene presentato mercoledì 11 giugno alle ore 18,30 a Prato, al Conservatorio di San Niccolò

I Promessi Sposi? Sono anche un trattato di economia politica, mentre Leopardi nei suoi Canti ci insegna pensieri e strategie per strutturare leadership efficaci. Dante invece, nel ricordarci di cosa siamo fatti e a cosa aspiriamo, nella Commedia invita ad avere equilibrio tra intraprendenza e prudenza, atteggiamento tipico degli imprenditori.

I padri della letteratura italiana possono essere fonte di ispirazione anche in campo economico e nel management, ne è sicura Irene Sanesi, economista della cultura, commercialista ed economa della diocesi di Prato, che ha appena pubblicato per il Mulino un nuovo libro dedicato alla cultura d’impresa, intitolato “Consideriamo la nostra semenza. Dante, Leopardi, Manzoni e il management” (il Mulino, pagine 296, euro 30).

Il testo intende approfondire, attraverso la lettura dei tre autori, quattro tra i concetti chiave del management: strategia, leadership, comunicazione e aspetto aspirazionale.

In passato Sanesi è stata presidente del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci e attualmente è presidente dell’Opera di Santa Croce a Firenze, ma è anche mamma di tre figli maschi, oggi adolescenti, ai quali non ha cantato le tradizionali ninnenanne per farli addormentare, ma la sera, prima di andare a letto, Sanesi ha declamato loro i classici: nella loro cameretta hanno preso forma la donzelletta e l’ermo colle, li ha fatti entrare nella selva oscura e raccontato il personaggio di Ulisse alla maniera di Dante.

«La mia esperienza liceale mi ha fatto innamorare dei classici e mi ha permesso di accedere a quella cultura trasversale che sono il patrimonio che ti sosterrà tutta la vita», spiega l’autrice.

E dunque il libro invita manager, imprenditori, professionisti, a non dimenticare il valore della lettura dei classici nella guida e nella comprensione profonda delle loro organizzazioni, con indicatori di performance e impatto Cesg (culturali, enviromental, social, governance).

La riflessione offerta da Irene Sanesi al lettore si colloca nel filone, ancora piuttosto inesplorato, di pubblicazioni dedicate ai classici come strumenti di ispirazione anche nella vita in azienda e nelle organizzazioni. Una novità? Non proprio, perché l’impresa italiana ha sempre espresso quello che oggi gli esperti chiamano «cathedral thinking», il pensiero dei costruttori di cattedrali.

«Nel tempo gli esempi possono essere la holding datiniana o il modello olivettiano – osserva Sanesi -; quando nel medioevo la civitas metteva mano a una grande opera, coloro che partecipavano all’impresa, dagli architetti ai muratori, sapevano che non ne avrebbero visto la fine. Questo però non impediva loro di pensarla e realizzarla».

Qui il concetto, fondante anche nella dottrina sociale della Chiesa, è quello di «bene comune», che «doveva essere bello e ben fatto, a beneficio della comunità». In questo senso una direzione d’impresa deve tenere conto delle discipline umanistiche. «Dante e Leopardi possono aiutarci ad affrontare il presente, dai personaggi dei Promessi Sposi, come Renzo e Lucia, possiamo trarre una morale, un’etica e anche una dignità del lavoro. Il potere dei classici è trasformativo e fontale, taumaturgico e sapienziale», conclude Irene Sanesi.

Il libro viene presentato mercoledì 11 giugno alle ore 18,30 a Prato, al Conservatorio di San Niccolò. Partecipano la preside Mariella Carlotti e Felice Limosani, artista multidisciplinare. Modera Chiara Agostini, content creator della pagina Instagram @chiaredilettanti.