Vita Chiesa

L’omaggio del Papa a don Pino Puglisi che morendo sconfisse la mafia

Don Lorenzo Milani, don Primo Mazzolari, don Zeno Saltini, don Tonino Bello… Nel «pellegrinaggio» che Papa Francesco ha intrapreso nel ricordo di figure di sacerdoti italiani spesso osteggiati in vita, ma la cui testimonianza di vita cristiana risplende oggi più luminosa che mai, sabato 15 settembre è la volta di don Pino Puglisi ucciso proprio in quel giorno di 25 anni fa dai sicari mandati dal capo mafioso Leoluca Bagarella che così voleva cancellare la sua voce libera e mettere fine alla sua opera di evangelizzazione tra i ragazzi del quartiere Brancaccio di Palermo. Era il giorno del suo 56° compleanno, quando alla sera, davanti al portone di casa in Piazzale Anita Garibaldi, qualcuno lo chiamò. Lui si voltò mentre Salvatore Grigoli, un killer che poi confesserà altri 45 omicidi, gli scivolò alle spalle e gli esplose uno o più colpi alla nuca. Don Pino fece in tempo a sorridere ai suoi assassini e a dire: «Me lo aspettavo».

Il Papa partirà alle 7 di sabato 15 settembre dall’aeroporto di Ciampino alla volta dell’aeroporto di Catania-Fontanarossa, dove salirà in elicottero per raggiungere Piazza Armerina, un «lembo di Sicilia, in linea con quelle periferie che gli stanno a cuore a Papa Francesco», come ha spiegato il vescovo, mons. Rosario Gisana.

L’atterraggio nel campo sportivo «San Ippolito» è previsto alle 8.30, poi il trasferimento in auto a Piazza Europa, dove alle 9 incontrerà i fedeli e terrà un discorso. Alle 10.15 il decollo in elicottero per Palermo dove arriverà mezz’ora dopo. La Messa del Papa sarà alle 11.45 al Foro Italico, lo stesso luogo dove il 25 maggio 2013 don Pino venne proclamato beato per martirio «in odium fidei». E c’è attesa per quello che dirà Papa Francesco in questa occasione per rilanciare l’impegno della Chiesa contro la mafia e ogni altra organizzazione malavitosa.

Poi alle 13,30 Papa Francesco pranzerà con senzatetto, disoccupati, immigrati, disabili, ragazze madri, ex detenuti, ex alcolisti. È uno dei momenti culminanti del viaggio a Palermo. «Sono emozionato e felice per l’arrivo di Papa Francesco» – ha detto al Sir Biagio Conte, missionario laico che ha lasciato tutto per stare accanto agli ultimi e ha fondato 27 anni fa la Missione Speranza e Carità, che visiterà il Papa. «È un momento di comunione forte con il Santo Padre in cui insieme lanciamo un messaggio di accoglienza verso tutte le persone in difficoltà, sia italiane, sia straniere. La Chiesa deve camminare unita e diventare esempio di carità per tutta la società. Bisogna essere attenti a tutti, i papà che hanno perso il lavoro, le famiglie che hanno figlie disabili, le donne con figli rimaste sole, gli immigrati, i carcerati, tutti quelli che hanno perso la speranza».

Poco più di un’ora in tutto. Divisa tra il pranzo nella mensa, dove troveranno posto più di 1.500 persone – 150 all’interno con il Papa, le altre nel grande piazzale esterno allestito per l’occasione – e la sosta in preghiera nella «Casa di preghiera di tutti i popoli», uno dei cuori pulsanti della Missione «Speranza e carità». Nella Cittadella del Povero e della Speranza, ex Caserma dell’aeronautica oggi divenuta tetto per 1.100 persone, papa Francesco si fermerà anche per un momento di riposo, in uno spazio a lui riservato nella canonica.

Alle 15, la visita in forma privata alla parrocchia San Gaetano al Quartiere Brancaccio e alla Casa del Beato Pino Puglisi. Mezz’ora dopo Francesco incontrerà in cattedrale il clero, i religiosi e i seminaristi. Poi il discorso del Papa e, alle 17, l’incontro con i giovani in piazza Politeama, con il discorso. Il decollo per Roma è previsto alle 18.30 all’aeroporto di Palermo-Punta Raisi, con il congedo dalle autorità e l’atterraggio a Ciampino alle 19.20.

Grande gioia per questa visita di Papa Francesco è stata espressa dai responsabili del Centro di accoglienza «Padre Nostro», fondato dallo stesso Don Puglisi nel 1991 per il recupero dei minori, reclute favorite della criminalità organizzata.

«L’anno scorso quando Francesco e Gaetano, i fratelli di don Puglisi, avevano scritto al Santo Padre chiedendo se poteva venire a Palermo – ha raccontato a Vatican news il presidente del Centro, Maurizio Artale – ci è sembrata una cosa strana il fatto che non ci avesse risposto. Ma avevamo lasciato aperto uno spiraglio; ci credevamo tantissimo che lui nel 25° anniversario del suo martirio sarebbe venuto. Quindi per noi è una grande gioia per due motivi. Il primo perché il Santo Padre viene a Palermo e il secondo, perché viene a fare visita al centro di don Puglisi, nel luogo dove è stato ucciso e nella casa dove lui ha vissuto. Quindi per noi è un momento forte, di emozione, ma soprattutto come persone di fede che credono nello stesso Cristo dalla Risurrezione in cui ha creduto padre Puglisi. Questo è un ulteriore segno che il Papa vuole dare a questa comunità che sicuramente è stata tanto martoriata, ma che è stata tanto amata da Dio, perché ha portato il martire beato Puglisi».