Toscana
LoppianoLab: fare rete e ripartire dai bambini per superare la crisi
Dichiarazione che gli spunti emersi dai tre laboratori di questa mattina, promossi da Città Nuova a LoppianoLab, Francesco Sciuto, garante per l’infanzia di Siracusa, Arianna Saulini di Save The Children, Riccardo Bosi, pediatra romano per minori rom e migranti, hanno raccontato, nello stesso laboratorio cui ha partecipato Landini, volti diversi del disagio infantile – dalla piaga dei maltrattamenti all’abbandono – e di come occorra ripartire proprio dai bambini per risanare il Paese e superare la crisi. Sul fronte del diritto al lavoro e del sostegno a chi l’ha perso, grande partecipazione ha suscitato la testimonianza di don Giuseppe Gambardella, parroco a Pomigliano D’Arco, che ha raccontato dell’istituzione di un fondo di solidarietà in sostegno di cassintegrati e famiglie in difficoltà: «Vorremmo che al modello Pomigliano della Fiat di Marchionne si contrapponesse il modello ‘Pomigliano solidale’, esportandolo in tutt’Italia».
«Basta un po’ d’amore per fare una famiglia?»: si è aperto con questa domanda il laboratorio «Alleanza uomo-donna e bambini», promosso nell’ambito della seconda giornata di LoppianoLab. Don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia della Cei, ha risposto rilanciando l’invito di Papa Francesco ai giovani cubani: «Torniamo a sognare anche noi: una Chiesa che si mette insieme per affrontare la sfida educativa, dove la diversità diventa spazio di comunione. Preoccupiamoci di piantar fiori, piuttosto che di togliere erbacce». E a proposito di identità di genere e responsabilità formativa Daniela Notarfonso, medico, esperto in bioetica e responsabile del consultorio familiare di Albano (Rm), ha sottolineato l’importanza di testimoniare la bellezza di una famiglia in cui la differenza di genere è alla base del dono di sé e dell’arricchimento reciproco. Patrizia Bertoncello, insegnante di scuola primaria a Roma, membro del Cantiere Educazione dei Focolari, ha ricordato che «compete all’educatore creare quel clima in cui la diversità non è un ostacolo per sviluppare nei bambini quella capacità di accoglienza che già hanno». A conclusione è stato lanciato il progetto «Up To Me» del Movimento Famiglie Nuove dei Focolari: un percorso per ragazzi e adolescenti per un’educazione integrale all’affettività e alla relazionalità. Obiettivo: raggiungere 5.000 ragazzi in 4 anni.