Lucca

Lucca, Volto Santo: a settembre i risultati delle analisi in corso per indirizzare il restauro

Un convegno a settembre renderà noti i dati delle indagini in corso, grazie alle quali si potranno calibrare le prossime fasi del restauro del crocifisso, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

LA CAMPAGNA DIAGNOSTICA

Il restauro del Volto Santo, il primo intrapreso in epoca moderna, è innanzitutto finalizzato alla conservazione di un’opera ultra millenaria, ma è al contempo occasione straordinaria, come sempre accade in progetti di questa importanza e complessità, per cercare di dipanarne l’intricata vicenda storica e materiale. Le Istituzioni compartecipi di questo impegno sono l’Ente Chiesa Cattedrale, nelle persone del rettore don Marco Gragnani, Francesco Niccoli della segreteria tecnico-scientifica, Annamaria Giusti consulente storico-scientifica; l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, diretto dalla Soprintendente Emanuela Daffra, responsabile del progetto scientifico per il restauro del Volto Santo con il Settore Scultura lignea, già diretto da Sandra Rossi e attualmente da Renata Pintus; la Soprintendenza ABAP per le province di Lucca e Massa Carrara, diretta da Angela Acordon e rappresentata da Ilaria Boncompagni. Di comune intesa, hanno affiancato alla restauratrice, Francesca Spagnoli, un team di esperti scientifici attivi presso vari istituti di ricerca di grande rilievo. Sono state effettuate e proseguiranno nel tempo una serie di indagini conoscitive, alcune delle quali svolte nel laboratorio di restauro allestito nel transetto della Cattedrale, con la Direzione Lavori dell’architetto Marta Conforti, responsabile del cantiere. Il dott. Thierry Radelet, esperto di diagnostica per i Beni Culturali, ha realizzato una campagna radiografica, a integrazione di quella svolta nel 2012 sul crocifisso nella collocazione originale, rilevando zone in precedenza non documentabili e includendo nelle riprese anche la croce. Il dott. Nicola Macchioni, specialista in scienza del legno all’Istituto per la BioEconomia del Cnr, ha supervisionato la pesatura dell’assieme e ha identificato le diverse specie legnose costitutive del Cristo e della croce, coadiuvando la restauratrice Francesca Spagnoli e la dott.ssa Sara Bassi del Settore Scultura lignea dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze nell’individuare la tecnica di giunzione tra crocifisso e croce. Ulteriori analisi per la datazione tramite radiocarbonio C14 sono stati condotte dalla dott.ssa Maria Elena Fedi dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che nel 2020 aveva accertato la pertinenza della scultura del Cristo all’Alto Medioevo, mentre la dott.ssa Maria Perla Colombini del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa ha identificato i leganti organici dei diversi strati pittorici tramite cromatografia e spettrometria di massa, integrando i dati delle stratigrafie analizzate nel 2020 dal dott. Salvatore Siano dell’Istituto di Fisica Applicata Nello Carrara del Cnr di Firenze. Il Settore Tessili dell’Opificio, diretto dal dott. Riccardo Gennaioli, ha provveduto ad un esame preliminare dei tessili presenti sul Volto Santo e di alcuni frammenti rinvenuti all’interno della scultura e nel Tempietto durante le fasi di rimozione del tavolato ligneo, che faceva da fondale al Volto Santo nella sua collocazione. La rimozione di questa pannellatura consente ora di indagare in maniera approfondita sia gli assetti dell’interno del prezioso sacello di Matteo Civitali nei secoli, sui quali ci sono scarsi riscontri documentari, sia di compiere quegli approfondimenti sugli aspetti strutturali che saranno fondamentali per la ricollocazione del Volto Santo. Il Settore Pitture murali e stucchi dell’Opificio ha per questo predisposto un articolato piano diagnostico, del quale è prossimo l’avvio. Parallelamente al restauro della venerata scultura, il Settore Oreficeria dell’Opificio sta infine studiando il nimbo, ovvero il semicerchio ligneo rivestito di argento e cristalli che almeno dal Trecento è sempre presente nelle raffigurazioni del Volto Santo, per poi procedere con il suo restauro. Il Laboratorio Scientifico che opera all’interno dell’Opificio affianca e supporta con le sue competenze tutte le attività.

I RISULTATI

I risultati di questo grande lavoro di ricerca, comunque orientati e finalizzati al restauro del celebre crocifisso lucchese, saranno divulgati ai media con una conferenza stampa e al grande pubblico in un convegno che avranno luogo rispettivamente il 15 e il 16 settembre p.v. a coronamento delle celebrazioni in onore della Santa Croce.

LO STATO DEL RESTAURO

Congiuntamente a questa fase diagnostica e in contemporanea con essa sono iniziate le prime fasi del restauro vero e proprio: dopo il trattamento anossico durato trenta giorni, durante il quale la scultura è stata collocata all’interno di un apposito sacco in atmosfera protettiva priva di ossigeno per eliminare eventuali attacchi biologici, si è provveduto a rimuovere le veline protettive applicate sull’intera superficie dell’opera per effettuare il trasporto in sicurezza. Successivamente la restauratrice ha proceduto alla fermatura della pellicola pittorica là dove si presentava instabile, e ad una prima pulitura superficiale sia all’esterno che all’interno del crocifisso, che a tergo si presenta interamente scavato.

Gli aggiornamenti sulle fasi di restauro sono periodicamente disponibili sull’apposito sito web
dedicato https://voltosantolucca.it