Lettere in redazione
Luoghi di dialogo per i cattolici
Credo anch’io, cara Benedetta, che, oltre al necessario «dialogo con chi culturalmente ci è lontano», oggi sia ancor più necessario un sereno confronto e una riflessione comune tra i cattolici che fanno politica proprio perché la diversa collocazione, di per sé lecita, non determini anche una dannosa diaspora culturale. Certo il confronto investe principalmente quei temi «eticamente sensibili» e «non negoziabili», ma anche altri come la casa, il lavoro, l’accoglienza, anch’essi importanti perché segnano e caratterizzano una società che noi vogliamo sempre più a misura d’uomo.
Questo confronto necessita però di luoghi e di opportunità che lo promuovano e lo facilitino. In quest’ottica si collocano le Settimane sociali che a livello nazionale sono per i cattolici italiani un momento alto di riflessione comune sulle problematiche che ci interpellano come credenti.
Quella di quest’anno che si è tenuta a Pistoia e a Pisa dal 18 al 21 ottobre ha registrato, intorno all’idea forte del bene comune e alle sue implicanze etiche, un convergere significativo e soprattutto un reciproco rispetto tra cattolici che hanno fatto scelte politiche diverse. In Toscana è attivo fin dal 2001 il Collegamento sociale cristiano, sorto proprio per collegare, pur nel rispetto delle singole appartenenze, i cattolici impegnati in politica perché siano secondo il pensiero di mons. Simoni che ne è l’animatore «liberi ma non dispersi».
Anche un giornale però può contribuire a questo scopo se sa offrirsi come luogo dove possono confrontarsi, e in qualche misura ritrovarsi, le varie sensibilità socio politiche. Credo che in questi anni Toscanaoggi abbia sempre cercato di svolgere questo compito, non certo perché «spazio neutro» il settimanale ha, come è giusto, una sua linea ma perché crede che il dialogo intraecclesiale sia oggi fondamentale. E non solo sui temi socio-politici.