Caro Direttore,la notizia che alcuni supermarket come «La Rinascente», «Standa» e «Oviesse» non metteranno in vendita il presepe mi ha amareggiata.Tanto più che sulla stampa ho letto che le vendite negli ultimi anni sono aumentate dal 5 al 10%. Non capisco i motivi che hanno indotto a questa strana decisione. Mi unisco al coro di proteste e, per quanto mi riguarda, accolgo l’appello di boicottare i supermarket sopra menzionati.Letizia Cecchiindirizzo emailCaro Direttore,anche quest’anno si verificano casi di scuole dove solleciti insegnanti vietano ai bambin italiani di cantare canzoncine natalizie, allestire presepe o albero di natale ecc.per rispetto dei bambini musulmani. Al contrario si festeggia il capodanno cinese o la fine del ramadan. Qualcuno, ironicamente, ha suggerito di abolire anche il simbolo della croce (+) nell’addizione per non urtare la sensibilità dei musulmani, magari sostituendolo con la mezzaluna. Si potrebbe arrivare anche a questo! Intanto molti esponenti musulmani hanno fatto sapere che il Corano considera Cristo un profeta e pertanto non sono per nulla offesi dai simboli del Natale. A questo punto mi domando: chi sono i veri integralisti?Danny Ricciindirizzo emailQuest’anno l’attacco al presepio o meglio a tutti i segni della tradizione cristiana è più intenso e coinvolge tutta l’Europa. In Inghilterra in questo all’avanguardia nel 74% degli uffici sono stati vietati gli addobbi natalizi e dai francobolli è stato eliminato ogni riferimento al Natale. Nei biglietti di auguri in vendita non c’è scritto più «Buon Natale» ma…. «Buona festa delle renne» o «Buona festa della neve»! E amenità simili si registrano in Spagna e in alcune parti della Germania. Anche se, per la verità, non mancano le reazioni. L’intento è chiaro e portato avanti con determinazione: eliminare in pubblico tutti i simboli cristiani perché il fatto religioso deve essere e rimanere rigorosamente privato.In Italia non si giunge ancora a questi eccessi, anche se in alcune scuole l’ultimo caso in una materna di Bolzano le maestre hanno abolito, oltre al presepio, anche i canti natalizi perché contengono… riferimenti alla nascita di Gesù. Le motivazioni sono ovviamente «nobili»: non offendere i credenti di altre religioni e nella scuola non «turbare» i piccoli musulmani. In questo modo si faciliterebbe l’integrazione e la civile convivenza. Ma è davvero questo il modo migliore? Non lo credo proprio.Il primo passo per un’integrazione vera è, anche in ambito religioso, la reciproca conoscenza che aiuta a superare i pregiudizi e i luoghi comuni. E la scuola è, in questo, luogo privilegiato. Quale migliore occasione del Natale, magari mentre insieme si fa il presepio, per spiegare ai piccoli musulmani il significato che questa festa ha per i cristiani e da qui prendere spunto per far conoscere agli altri bambini quali sono le feste religiose del mondo islamico, evidenziando anche un possibile punto di contatto, ignorato da queste maestre: per il Corano Gesù è un grande profeta e sua madre Maria è amata e onorata dall’Islam.Questo metodo, ispirato a saggezza e razionalità, aiuta a confrontarsi con la diversità, non vuole imporre nulla, solo far conoscere la nostra tradizione religiosa. Con il loro comportamento, invece, gli zelanti di turno, speriamo in buona fede, alimentano avversioni perché per tre bambini musulmani una classe intera deve rinunciare ad una radicata consuetudine? e alzano steccati. Credo che sia bene dirglielo anche con fermezza.