Mondo

MALI, I GOLPISTI AVVIANO COLLOQUI CON I RAPPRESENTANTI POLITICI E RELIGIOSI

Bamako (Agenzia Fides) – «I colpi di armi da fuoco sono cessati dal pomeriggio di ieri. Oggi la situazione appare più calma, anche se la maggior parte della popolazione preferisce rimanere ancora a casa» dicono all’Agenzia Fides fonti della Conferenza Episcopale del Mali, da Bamako, dove un gruppo di militari ha compiuto un golpe contro il Presidente Amadou Toumani Touré.“Non vi sono informazioni precise su dove si trovi il Presidente Touré. Un primo bilancio delle vittime degli scontri tra militari golpisti e di quelli rimasti fedeli al Capo dello Stato registra un morto e una quarantina di feriti, ma si tratta di una stima provvisoria” dicono le fonti di Fides.I golpisti hanno giustificato la loro azione accusando il Presidente di incompetenza nella gestione delle operazioni militari nel nord del Paese contro il movimento separatista a maggioranza Tuareg e i gruppi islamisti che vi operano. La guerra nel nord ha creato forte emozione nel Paese e i golpisti sembrano coinvolgere i politici e la società civile per trovare una via di uscita da questa situazione. Come confermano le nostre fonti, infatti “i militari golpisti hanno iniziato a incontrare i rappresentanti politici e le autorità religiose per spiegare la situazione ed arrivare alla formazione di un governo provvisorio. Già ieri vi sono stati degli incontri con alcuni esponenti politici e la leadership musulmana. Gli incontri dovrebbero proseguire anche oggi. Alle 6 del pomeriggio di oggi è previsto un raduno alla borsa del lavoro con la popolazione” riferiscono sempre le nostre fonti.Per quanto riguarda la reazione della popolazione al golpe, “i cittadini comuni sono rimasti sorpresi ed è difficile comprendere l’umore della popolazione. Leggendo la stampa ed ascoltando la radio si ha l’impressione che in una parte dell’opinione pubblica vi sia comprensione per l’azione dei militari, perché molti pensano che c’era troppo lassismo nella gestione dello Stato. Altri però pensano che si dovessero attendere le elezioni (previste a fine aprile) dato che il Presidente Touré si sarebbe comunque dimesso perché non poteva ottenere un altro mandato. I sentimenti popolari sono quindi divisi, anche perché la rapidità degli ultimi sviluppi non ha ancora permesso alla gente di farsi un’idea precisa di quello che sta accadendo. È probabile che prossimi giorni si comprenderà meglio la situazione e le diverse reazioni” concludono le nostre fonti.