Toscana

Manovra Regione: illogico aumento dell’addizionale Irap per il trasporto pubblico

«L’applicazione dell’aumento dell’addizionale regionale IRAP previsto dalla manovra finanziaria regionale per il 2013 anche al settore dei trasporti su terra (sia su gomma che su ferro) è una scelta illogica». Lo sostengono i presidenti di Confservizi Cispel Toscana, Alfredo De Girolamo e di ANAV Confindustria Toscana, Alberto Banci, in una nota congiunta diffusa oggi.

Tale aumento, infatti, produrrà nel 2013 un costo aggiuntivo per le imprese a scala regionale stimato in circa 1 milione di euro: «Pur comprendendo la necessità da parte della Regione di procedere ad una manovra anche fiscale, nell’attuale contesto di tagli nazionali – continuano i due presidenti – il suo effetto comporterebbe una mera partita di giro di risorse pubbliche o, peggio, un’ulteriore riduzione di servizi già tagliati in modo pesante negli ultimi tre anni».

Il settore del trasporto pubblico locale – spiegano – è caratterizzato da concessioni di servizi, derivanti nel caso del trasporto su gomma, da gare ad evidenza pubblica e da un conseguente contratto di concessione. In questo caso il servizio è finanziato per oltre il 70 % da risorse pubbliche messe a disposizione dalla Regione, dalle Province e dai Comuni, mentre biglietti e abbonamenti coprono solo circa il 30 % dei costi. «Dunque in questa configurazione contrattuale – proseguono De Girolamo e Banci – un aumento di spesa fiscale, come quella prevista dall’aumento dell’IRAP; determinerà una richiesta, da parte delle aziende di gestione attuali (pubbliche, private e cooperative), di revisione del corrispettivo o in alternativa di riduzione del servizio».

Inoltre la manovra produrrà i suoi effetti nel 2013, anno in cui si svolgerà la gara regionale per il trasporto pubblico su gomma, gara bandita dalla Regione che ha definito per questo servizio una propria voce di bilancio: «Anche in questo caso, quindi, un aumento di costo fiscale produrrà o la necessità di rivedere le risorse messe a disposizione o la riduzione ulteriore dei servizi posti a gara», affermano ancora i due presidenti, che lo considerano «un vero e proprio paradosso, davvero poco comprensibile, in un settore che sta risentendo fortemente dei tagli di questi anni e caratterizzato fra l’altro da un’alta intensità di addetti (stiamo parlando di oltre 6 mila lavoratori)».

«Riteniamo necessario – concludono De Girolamo e Banci – che il Consiglio e la Giunta regionali rivedano questa misura fiscale escludendo un settore che ha continuo bisogno di investimenti e di rispondere a una crescente domanda di servizi».