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Mappe 97 – Il tempo che passa

Nel suo recente libro La vita delle cose il filosofo Remo Bodei si interroga sul nostro rapporto con il mondo che ci circonda, e distingue la percezione delle cose da quello degli oggetti. Gli oggetti sono solo un valore di scambio, le “cose” invece sono rivestite di molteplici strati di significato. Per un bambino ad esempio il tavolo di cucina è legato a una grande serie di significati, non è un oggetto intercambiabile con altri. Bodei utilizza un testo letterario di epoca latina in cui si narra il risveglio del pastore alle prime luci dell’alba, il suo graduale riconoscimento delle cose nella capanna, i gesti necessari per preparare una focaccia. È come la scoperta della novità del mondo ogni mattino. Proust scrive che le parole sono come le figure che si appendono alle pareti delle scuole, qualcosa che diviene familiare nella fisicità dell’oggetto, nell’incarnazione qui ed ora dell’idea in un corpo.È lo scorrere graduale e ininterrotto del tempo che rischia di scomparire dalla nostra percezione. le cose diventano oggetti quando sono date per scontate, sempre eguali a se stesso o meglio allo stereotipo che abbiamo in mente. Mappe ci mostra un orto o un albero che cambiano nel giro di un anno, sintetizzato in pochi secondi. È qualcosa che oggi possiamo fare con la fotografia o il cinema, ma che già nell’Ottocento aveva ispirato gli artisti.Monet ha rappresentato i Covoni di grano in molte situazioni di luce o stagioni dell’anno, ma anchele figure umane. Manet ha offerto una molteplicità di vedute della Cattedrale di Rouen illuminata in maniere diverse dalle condizioni del cielo. Sono una sorta di invito all’esercizio ascetico e contemplativo, una scoperta della dimensione del tempo come attenzione a quanto ci circonda. non servirà moltiplicare continue novità di oggetti da vedere se non impareremo a porre uno sguardo nuovo sulle cose.