Firenze

Maria Cristina Ogier, la fioritura di un carisma

L'incontro il 10 maggio alle 15 nella basilica di San Miniato al Monte

Continua a fiorire la vita di Maria Cristina Ogier nelle opere che, guardando a lei, diverse realtà ancora oggi portano avanti. È di questo che si parlerà all’incontro «La fioritura di un carisma», organizzato dall’Istituto Maria Cristina Ogier per il 10 maggio alle 15 nella basilica di San Miniato al Monte. Così nel cinquantesimo anno dalla morte della venerabile «Gruppo Don Setti», Movimento per la vita, Centro di aiuto alla vita, Unitalsi, Terz’ordine francescano e l’associazione «Grazie a piene mani» si riuniscono per un racconto della vita della giovane fiorentina che non vorrà essere soltanto un ricordo, ma la testimonianza di un’eredità. «La ricorderemo come se fosse presente e viva in mezzo a noi, in un clima volutamente familiare, guidati dall’abate Bernardo Gianni, che si è reso da subito disponibile per ospitarci nella basilica dove anche il corpo di Maria Cristina ora è presente» racconta Antonio Borgioli, membro del consiglio direttivo dell’Istituto Maria Cristina Ogier e organizzatore dell’evento.
«Siamo rimasti anche molto felici di come ciascuna realtà abbia accolto con entusiasmo il nostro invito: a prescindere dal fatto che Maria Cristina sia stata conosciuta di persona o meno, sono molte le opere che ha ispirato. I problemi che oggi abbiamo davanti sono spesso gli stessi che vedeva anche lei, in tanti quindi hanno seguito la sua freschezza» dice ancora. Tra i membri del Gruppo don Setti, in effetti, sarà possibile trovare anche qualcuno che conobbe personalmente la venerabile, impegnato insieme al sacerdote di San Lorenzo nella cura delle persone più bisognose del quartiere. L’Unitalsi la ebbe tanto tra le sue damine da conservarne nel labaro della sottosezione fiorentina dell’associazione la sua immagine, il Movimento per la vita e il Centro aiuto alla vita di Firenze, a lei intitolato, le devono l’incoraggiamento con cui Maria Cristina spinse il padre, ginecologo, ad occuparsi delle donne che si vedevano costrette ad abortire, mentre il Terz’ordine francescano la accolse al suo interno un anno prima della sua morte. È ispirandosi alla sua instancabile dedizione per i sofferenti, vicini o lontani che fossero, che l’associazione Grazie a piane mani, infine, ha scelto di intitolare a lei un ospedale pediatrico in Congo. Oltre agli interventi e alle testimonianze delle diverse realtà, con Duccio Moschella come moderatore, ci sarà spazio anche per la lettura di brani tratti dal suo diario spirituale, accompagnati dal suono dell’arpa. «Si vedrà come in questi anni è stata raccolta l’attenzione di Maria Cristina alla vita, dal concepimento alla cura di tutti i suoi momenti, fino a quelli del fine vita, di cui talvolta ci occupiamo anche all’interno delle case famiglia a lei intitolate – spiega ancora Borgioli –. Un’eredità che non appartiene al passato, ma che abbiamo voglia di scoprire come, sia oggi che domani, continua e potrà continuare ad essere spesa a servizio di chi ha bisogno».