Toscana

MEDICINA: DA RICERCA TOSCANA PASSI AVANTI PER CURA TALASSEMIA

(ASCA) – Un passo avanti fondamentale per la cura della talassemia è stato fatto alla Fondazione Monasterio di Pisa, Istituto ospedaliero e di ricerca della Regione Toscana e del Cnr. L’istituto ha messo a punto un metodo per la conoscenza dell’accumulo di ferro nel cuore, fondamentale per la terapia della talassemia maior, la forma piu’ grave della cosiddetta anemia mediterranea, malattia ereditaria che in Italia registra circa 7.000 casi. La malattia si manifesta quando entrambi i genitori sono portatori dell’alterazione di un gene dell’emoglobina: comporta l’accelerata distruzione dei globuli rossi e richiede trasfusioni ogni 15-20 giorni fin dalla tenera età; ne consegue un accumulo di ferro nei tessuti, in particolare nel cuore, che se non trattato con farmaci che lo rimuovono (chelanti del ferro) porta allo scompenso di cuore, la più frequente causa di morte in questa malattia. La terapia chelante, che ha aumentato significativamente l’aspettativa di vita di questi pazienti (prima non superiore ai 15 anni) dovrebbe essere guidata dalla conoscenza dell’accumulo di ferro nel cuore, che, in mancanza di indicatori validi, ne costituiva finora l’anello debole, essendo praticamente condotta ‘al buiò. Il progetto pisano è stato condotto in tre stadi: il primo, di ricerca, con lo sviluppo e la validazione di una tecnica originale (oggi brevettata), per la misura del carico di ferro cardiaco mediante risonanza; il secondo, tecnologico, finalizzato ad assicurare l’esportabilità della tecnica con la messa a punto delle caratteristiche della macchina e dei programmi; il terzo, sanitario, con la costituzione della rete MIOT (Myocardial Iron Overload in Thalassemia), cui partecipano già oggi 8 centri di risonanza, che in collaborazione con oltre 60 centri ematologici nazionali, applicano la tecnologia sviluppata a Pisa, che consente di guidare la terapia chelante sulla base dell’entità effettiva dell’accumulo di ferro nel cuore.