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MEDIO ORIENTE, IN LIBANO GIA’ OLTRE 800 MORTI E 3000 FERITI MENTRE PROSEGUE OFFENSIVA; RAID SU GAZA
“Al ventunesimo giorno dell’offensiva il ministero della sanità libanese ha contato 828 morti e 3.200 feriti”: questo l’ultimo bilancio, della violenta offensiva lanciata dall’esercito israeliano a partire dal 12 luglio scorso, fornito nel pomeriggio da un portavoce della Commissione sugli aiuti del governo di Beirut. Parlando con un’agenzia internazionale, il portavoce ha inoltre precisato che ad oggi sono 898.760 i libanesi che vivono in condizioni di sfollati o profughi; questi ultimi sono 220.000, la maggioranza dei quali si trova in Siria.
Prima ancora che venissero fornite queste cifre, da Berlino Dan Toole, responsabile del programma di aiuti urgenti dell’Unicef (l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei problemi dell’infanzia) aveva sottolineato come, dall’inizio degli attacchi lanciati dalle forze armate di Tel Aviv in territorio libanese per colpire i miliziani Hezbollah, quasi 200 bambini e ragazzi siano rimasti uccisi. Un terzo dei morti e dei feriti sono bambini e adolescenti ha precisato Toole, facendo riferimento, almeno per i morti a un precedente bilancio fermo ancora a 621 vittime.
Nonostante questo, però, i combattimenti e le violenze proseguono senza sosta anche oggi, soprattutto nelle località del sud del paese dove in giornata hanno fatto irruzione i rinforzi di terra (quasi 20.000 uomini) il cui invio era stato nelle ore precedenti approvato all’unanimità dal parlamento di Tel Aviv, dove si era registrato un solo voto di astensione. L’esecutivo del primo ministro Ehud Olmert ha poi fatto sapere che nella notte (alle 01:00 del mattino di mercoledì, ora italiana) riprenderanno i raid aerei israeliani sul Libano, essendo scaduta la presunta tregua di 48 ore decisa dalle autorità israeliane dopo il massacro di Cana (in cui sono stati uccisi oltre 50 civili, in maggioranza bambini) per consentire operazioni umanitarie. Una tregua che in realtà, come gli operatori umanitari hanno denunciato sia ieri che oggi, non ha mai rappresentato una reale cessazione delle operazioni dell’aviazione israeliana. Una conferma delle accuse degli operatori umanitari è arrivata poco fa dall’agenzia libanese Nna, che ha battuto la notizia di una madre uccisa insieme alle sue due figlie durante un raid aereo israeliano contro un villaggio nei pressi del porto di Sidone (41 km a sud di Beirut).
Intanto un giovane palestinese e una donna sono stati uccisi e altre 4 persone sono rimaste ferite nel raid aereo condotto oggi dall’aviazione israeliana nella città di Beit Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza. Lo riferiscono fonti giornalistiche israeliane, precisando che Araf Abu Qaida, 16, e Marvat Abu Sharkh, di 24 anni, sono stati uccisi da un missile caduto poco distante da dove si trovavano e che, secondo testimoni oculari, aveva come bersaglio un veicolo in movimento. I 4 feriti sarebbero appunto i passeggeri del veicolo in questione.
Sempre oggi è morta una bambina di 7 anni che era rimasta gravemente ferita negli attacchi condotti la scorsa settimana dall’aviazione di Tel Aviv nella zona di Jabalya. Cinque razzi Qassam, il motivo (insieme alla liberazione del soldato rapito a fine giugno) addotto a giustificazione delle operazioni militari israeliane a Gaza, sono caduti oggi nei pressi della città israeliana di Sderot e nel Negev occidentale, causando alcuni danni ma nessun ferito.