Vita Chiesa

MEETING SANT’EGIDIO A BARCELLONA: RICCARDI, «SENZA SPERANZA NON SBOCCIA IL FUTURO»

Un abbraccio fraterno e spontaneo tra il Metropolita ortodosso Filaret, Esarca di Bielorussia del Patriarcato di Mosca e il card. Lluis Martinez Sistach, arcivescovo cattolico di Barcellona. Con questo gesto forte di amicizia si è inaugurato ieri mattina il meeting internazionale per la pace della Comunità di Sant’Egidio che si sta svolgendo a Barcellona. I due rappresentanti delle Chiese avevano appena finito la loro predicazione alla cerimonia eucaristica cattolica nella basilica di Santa Maria del Mar (alla quale hanno partecipato anche i rappresentanti delle Chiese cristiane), quando si sono stretti in un abbraccio. “La pace – ha detto al Sir il card. Sistach a margine dell’incontro – è sempre necessaria. Siamo qui per lavorare, per cercare, uomini di tutte le religioni, le strade della pace e per dire che mai il nome della religione e il nome di Dio possono essere usati per giustificare odio e violenza”. “Per quelli che cercano le dispute – ha detto il Metropolita ortodosso Filaret – questo spirito può sembrare follia. Ma non dobbiamo temere questo, perché la nostra testimonianza, per grazia di Dio, può essere quel debole seme che porterà frutto anche nel cuore di chi ha poca fede. Anche se il mondo attuale ci sembra un masso inamovibile, una montagna impenetrabile, noi non dobbiamo abbatterci. Questa è la promessa del Signore: ‘Tutto è possibile per chi crede’”. La cerimonia di apertura si è svolta ieri pomeriggio nella prestigiosa sede del “Palau de la Musica Catalana” nel cuore del quartiere vecchio di Barcellona. La cerimonia alterna momenti di musica, interventi e testimonianze forti sul difficile processo di pace in Terra Santa. Ma anche Cipro, Montenegro, la Repubblica di Guinea. Seguono in aula almeno un migliaio di persone. Tra loro, cardinali, pastori e metropoliti, rabbini e personalità del mondo arabo musulmano. Ci sono anche Presidenti, ministri e rappresentanze diplomatiche (sono 60 gli ambasciatori presenti all’incontro) di molti paesi europei ed extra-europei. A moderare la cerimonia è stata chiamata Sua Altezza reale Maria Teresa, gran duchessa di Lussemburgo che ad un certo punto si lascia andare ad un accorato appello a tutte le donne che “nel mondo piangono i loro figli morti nei conflitti. Chiedo a loro, chiedo a tutte le donne, di farsi per i loro figli la prime educatrici della pace”. Per motivi di salute, Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, non è presente a Barcellona e affida la lettura del suo indirizzo di saluto al presidente della Sant’Egidio, Marco Impagliazzo.“Il fatto che in tanti partecipino al dialogo e alla preghiera di questi giorni – scrive Riccardi – manifesta una volontà: continuare la ricerca della pace nel dialogo spirituale. Abbiamo tutti la coscienza di quanto la pace sia fragile nel mondo contemporaneo. La pace è drammaticamente fragile in tante parti del mondo. Ma non solo. E’ anche fragile nel cuore, nella coscienza degli uomini. Fragile da un punto di vista spirituale”. Poi rivolgendosi ai leader religiosi presenti, Riccardi chiede di non rassegnarsi “alla mediocrità di una vita senza speranza”. Ed aggiunge: “Senza speranza non sboccia la visione del futuro”. “Noi dobbiamo, cari amici, lavorare perché il decennio che si sta per aprire imbocchi un’altra strada rispetto ai primi dieci anni del 2000”. “Il mondo è irriducibilmente contrassegnato dalla diversità: multipolare politicamente, ma anche multiculturale e multi religioso”. “Perché dialogare? – ha chiesto Riccardi – Questi anni ci hanno convinto che il dialogo è qualcosa senza cui questo mondo sarebbe molto peggiore”.Sir