Vita Chiesa

MEETING SANT’EGIDIO: APPELLO CHIESE CRISTIANE, LA DISUNITÀ È UN OSTACOLO ALLA PACE

Proseguire il dialogo teologico, intraprendere tutte le strade per una collaborazione concreta su più fronti, affrontare le questioni etiche, esplorare tutte le forme di unità visibile, ma soprattutto abbattere “ogni sentimento di sospetto e circospezione”. E’ il volto dell’ecumenismo in tempi in cui lo stato del dialogo “non è in forma”. A elencare suggerimenti e prospettive sono gli esponenti delle chiese cristiane presenti a Barcellona per l’incontro internazionale per la pace della Comunità di Sant’Egidio. Secondo il card. Lluis Martinez Sistach, arcivescovo cattolico di Barcellona, non si deve essere pessimisti. “Negli ultimi cento anni, abbiamo compiuto più passi in avanti che in tutto il millennio che ci ha condotto alla divisione. Né dobbiamo dimenticare che l’unità è un dono dello Spirito Santo e che come tale va invocato con la preghiera”. Il catholicos di Cilicia di tutti gli Armeni, Aram I, non nasconde le difficoltà. “C’è chi afferma che l’ecumenismo stia vivendo un inverno, chi ritiene che il dialogo sia argomento sempre più marginale nella vita delle Chiese, chi ancora parla di periodo di transizione. Di fatto l’interesse per l’ecumenismo sta diminuendo e l’unità non sembra più essere una priorità nelle agende delle Chiese”. “Come proseguire?”, ha domandato il catholicos. “L’unità è vicina a noi o è un obiettivo escatologico? Non ho risposte da dare. Ma vorrei dire innanzitutto che dobbiamo proseguire con rinnovato impegno il dialogo teologico. Esistono aree inesplorate che richiedono un dialogo approfondito ed un’ampia investigazione”. IL consiglio del cathlìolicos è anche quello di “affrontare insieme le tematiche etiche che sono diventate decisive nei rapporti interecclesiali”, e di esplorare tutte le forme visibili di unità come la celebrazione della Pasqua comune. Secondo John Barrett, presidente del Consiglio mondiale metodista, “il bisogno di stare insieme non lo detta la nostra dispersione e scarsità di mezzi a disposizione. Quanto piuttosto lo zelo ad essere più efficaci e credibili nell’evangelizzare il mondo. Questa urgenza che portò all’avvio del movimento ecumenico moderno, permane ancora oggi. La mancanza di unità tra i cristiani è innanzitutto un vero e proprio peccato che finisce con negare l’amore evangelico. La mancanza di unità tra i cristiani finisce per negare la nostra stessa missione di operare ‘affinchè il mondo creda’ ed è un ostacolo alla costruzione della pace in quanto la Chiesa non può essere operatrice di un mondo riconiato se è divisa al suo interno”.