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MILITARI CADUTI AFGHANISTAN: MONS. PELVI (OMI), MONITO ALLA COESIONE NAZIONALE

“Questa morte deve diventare un rimorso di coscienza per noi che non creiamo unità in Italia, che pensiamo ai nostri affari personali, che difendiamo i nostri fortini ben muniti di benessere. Questa morte deve essere un monito a tornare alla coesione nazionale e alla responsabilità comune, per far si che l’Italia sia una patria serena”. È quanto detto al SIR da mons. Vincenzo Pelvi, arcivescovo ordinario militare per l’Italia (Omi), commentando la morte dei tre soldati italiani, avvenuta questa mattina in un incidente stradale in Afghanistan. Si tratta tenente Riccardo Bucci, nato a Milano nel 1977, in servizio presso il Reggimento lagunari Serenissima di Venezia; il caporal maggiore scelto Mario Frasca, nato a Foggia nel gennaio 1979, in servizio presso il Quartier Generale del Comando delle Forze operative terrestri di Verona; il caporal maggiore Massimo Di Legge, nato ad Aprilia (Lt) nel luglio 1983, in servizio presso il Raggruppamento Logistico Centrale di Roma. “Hanno dato la loro vita per il bene e la sicurezza dei popoli – ha affermato mons. Pelvi – vanno rispettati ed ammirati per la loro dedizione. I nostri soldati amano Dio che rendono visibile nel volto dell’uomo oppresso, debole, emarginato. Credono, infatti, che può essere riscattato e con esso anche la famiglia umana”. Questa tragedia provoca in mons. Pelvi anche un’altra sofferenza che nasce da “una sorta di indifferenza davanti alla sorte dei nostri militari. Viviamo – ha spiegato – in un tempo in cui lo spirito di sacrificio, la solidarietà, il senso del dovere non sono condivisi. C’è una linea di progresso che non vuole ammettere la presenza del dolore. Pertanto, davanti a queste tragedie, sembra che la vita continui nell’indifferenza e nella scarsa sensibilità”. Invece, ha concluso, “la morte dei nostri deve essere, per tutti, una presa di coscienza per dedicarsi alla famiglia umana, una purificazione dall’egoismo ed un ritorno ad un impegno corresponsabile per il bene comune”. I corpi dei tre militari dovrebbero arrivare domenica in Italia, non è certo se all’aeroporto di Pratica di Mare o a Ciampino. Dopo il saluto delle autorità è previsto che le salme ripartano per i rispettivi luoghi di provenienza dove verranno celebrate le esequie. Nonostante non siano previsti, in casi come questo, i funerali di Stato, mons. Pelvi ha espresso l’auspicio di poter celebrare una liturgia per i tre caduti. Il presidente, Giorgio Napolitano ha mandato un messaggio ai familiari per esprimere il “cordoglio di tutto il Paese”. Condoglianze sono arrivate anche dai presidenti di Senato e Camera. Con questo incidente sale a 44 il numero dei morti italiani dall’inizio della missione Isaf. I nostri soldati impegnati nell’operazione sono in tutto 4.200. (Sir)