Italia
«Mio padre Aldo Moro un uomo buono»

«Mio padre non è assolutamente l’uomo di tutti, è proprio di nessuno visto che è stato lasciato morire sotto gli occhi di tutti, da solo. Ognuno appartiene solo a se stesso, nessuno appartiene ad un altro uomo, visto che per fortuna la schiavitù è stata abolita. Ma anche nel senso che intende Valsecchi, mio padre come personaggio pubblico, ribadisco che è stato abbandonato da tanti, perciò dubito che possa essere considerato di qualcuno».
Lei come farebbe una fiction su suo padre?
«Una fiction è una finzione, ma una cosa così drammatica, che è comunque storia del nostro Paese, non può essere romanzata e questa è la mia opinione di cittadina italiana e di figlia maggiore di Aldo Moro. Una fiction su questo argomento è fuori luogo».
E Piazza delle cinque lune, il film di Renzo Martinelli sul caso Moro, uscito nel 2003?
«Di Piazza delle Cinque Lune ho fatto in tempo a leggere la sceneggiatura, ho potuto partecipare solo marginalmente, ma il regista Martinelli si è così emozionato sulle cose che ho raccontato, sulle foto che gli ho fatto vedere che ha dedicato il film a Luca, (il nipote di Aldo Moro, figlio di Maria Fida, ndr). Il regista, inoltre, cercava una canzone da mettere nei titoli di coda, io mi sono permessa di fargli sentire quella di Luca contro il potere, Maledetti Voi, e gli è piaciuta tantissimo tanto che l’ha messa in chiusura del film interpretata da mio figlio. Martinelli è quello che ha fatto di più per noi, però anche lì io sono arrivata che era già finito il tutto».
Qual è il valore più grande che le ha trasmesso suo padre?