Toscana

Moda in ripresa, servizi in calo

di Ennio Cicali

Timidi e contraddittori segnali di ripresa per l’artigianato toscano: nel 2006 è rallentata la fase critica, anche se è presto per tirare un sospiro di sollievo. Le buone notizie per metalmeccanica e sistema moda, ma la parte del leone la fanno la cantieristica, (+7,2% sul fatturato) e le produzioni in metallo (+3,4%). Negativi il comparto edile, da tempo in recessione dopo anni di crescita, e i servizi, il settore più debole.

È questo il quadro dell’Osservatorio regionale sull’artigianato per il 2006, realizzato da Unioncamere Toscana insieme a Regione Toscana, federazioni regionali di Cna e Confartigianato Imprese, Cgil, Cisl e Uil e con il supporto tecnico di Irpet. Brillante il risultato della metalmeccanica (+2,7%) e discreto quello del sistema moda (+1,5%) che recupera, soprattutto, nei comparti del cuoio (concia, pelletteria, calzature) e dell’abbigliamento (+0,7%), contrariamente alle difficoltà del tessile (-3,0%) e della maglieria (-1,3%).

Segno negativo per il settore orafo (-9,2%), mentre soffrono ancora gli altri settori tradizionali (ceramica -2,9%, lapideo -3,6%, legno e mobili -2,0%, vetro -0,2%). Pesanti segni negativi per i servizi alle imprese (-4,4%), le riparazioni (-3,5%) e i trasporti (-3,4%). A condizionare il fatturato è ancora la dimensione aziendale: le imprese con più di 9 addetti guadagnano il +2,5% (+3,6% nel manifatturiero); mentre la micro-impresa (1-3 addetti) non riesce a recuperare (-4,7%).

A livello provinciale, nel 2006 risultati positivi a Lucca (+1,4%), Pistoia (+1,3%) e Firenze (+0,3%); in controtendenza Pisa (-3,3%), Prato (-2,7%), Arezzo (-2,6%), Grosseto (-2,3%), Livorno (-0,7%) e Siena (-0,6%). Tra i distretti manifatturieri, un tempo fiore all’occhiello dell’economia toscana, soffre, in particolare, l’orafo aretino, che cala del 11,0% rispetto al 2005. Buoni invece i recuperi dell’abbigliamento empolese (+5,6%); delle specializzazioni pelli – cuoio – calzature dei distretti Castelfiorentino (+0,5%), Santa Croce (+1,9%) e Valdarno (+3,8%), fatta eccezione per la Valdinievole (-5,2%).

Migliora l’occupazione con una consistente crescita netta di addetti, più 2.903 unità, più marcata nelle imprese con meno di 6 addetti. Assunzioni in aumento nei settori più in difficoltà, come edilizia (+2,0%) e servizi (+1,2%), mentre ristagnano nel manifatturiero. Crescono le assunzioni a tempo parziale che tendono a sostituire quelle a tempo pieno. Le previsioni per il primo semestre 2007 confermano un clima di incertezza tra gli artigiani toscani, soprattutto nell’edilizia e nei servizi, prospettive incoraggianti invece per il manifatturiero, specie per la metalmeccanica.

«Pur in presenza di una situazione ancora difficile per l’artigianato toscano rileviamo con soddisfazione il recupero che ha interessato il comparto manifatturiero – commenta Luca Marco Rinfreschi, vice presidente di Unioncamere Toscana – Resta ancora centrale la difficile sfida del riposizionamento competitivo del sistema artigiano manifatturiero. Un riposizionamento che deve prendere atto del ridimensionamento del tessuto imprenditoriale intercorso negli ultimi anni».

Il nuovo dinamismo fa ben sperare, ricorda Marco Baldi, presidente di Cna Toscana, che individua nel manifatturiero il principale fattore di crescita. È meno ottimista Emanuele Berretti, coordinatore regionale per l’artigianato della Cgil, in rappresentanza anche degli altri sindacati: «Nel 2006 è aumentato del 10% il numero dei licenziati. I lavoratori a tempo pieno sono diminuiti di 197 unità e aumentano le forme di lavoro flessibile».

«Entro maggio – promette Ambrogio Brenna, assessore regionale alle attività produttive – la Toscana avrà finalmente un quadro normativo chiaro e innovativo a sostegno delle imprese artigiane».