Italia

Monti: Abbiamo salvato il Paese. Un’«Agenda» per il futuro governo

«In un anno con il concorso del Parlamento posso dire che quella emergenza finanziaria è stata superata. Gli italiani possono di nuovo essere cittadini d’Europa a testa alta». Lo ha detto Mario Monti durante la conferenza stampa di fine anno. «Mi ero presentato qui in questa stessa sala il 4 dicembre e vi avevamo illustrato i provvedimenti presi con il Cdm – ha ricordato Monti – e vi avevamo illustrato il quadro periglioso in cui si trovava l’Italia. Oggi è facile dimenticare la drammaticità di quei momenti. Nelle mie prime uscite europee da premier, verso la fine di novembre, la situazione dell’Italia era così precaria che eravamo, forse a torto, circondati da diffidenza. Mi sono trovato in una situazione che mi ha fatto venire in mente le parole di Alcide De Gasperi: ‘Prendo la parola in questo consesso mondiale e sento che tutto, tranne la vostra cortesia, è contro di me’”.

Emergenza superata. Come con Alcide De Gasperi dopo la guerra, anche oggi, ha proseguito Monti, «l’emergenza è superata. Siamo usciti a testa alta dalla pericolosa strettoia senza accettare gli aiuti che pure ci venivano autorevolmente suggeriti nei primi mesi di vita del nostro governo. Siamo, sono sempre stato convinto che l’Italia potesse farcela da sola. E il destino di altri paesi che non ce l’hanno fatta da soli mi induce a ritenere che fosse la strada giusta». Il premier ha voluto ringraziare il Capo dello Stato, «sempre prodigo di discreti ma illuminanti consigli», i suoi ministri per la pazienza e disponibilità dimostrata e i due presidenti delle Camere, Renato Schifani e Gianfranco Fini, che «hanno aiutato il governo che non aveva esperienza parlamentare».

Da Alfano giudizio pesante. Riguardo alle sue dimissioni ha sottolineato come le parole espresse alla Camera «dell’onorevole Alfano si condensano in un giudizio politico pesante sia per la negatività dell’azione di governo». «Non avrei voluto che si creasse un equivoco – ha puntualizzato -, non avevamo chiesto noi di governare, non è stato un favore fatto a noi, se si ritiene che si sia governato male non avrebbe avuto nessun senso continuare e così è stato». E ha rivendicato per il suo governo di essere sempre stato ispirato «all’imparzialità lavorando nell’interesse del paese». E’ perciò grave ritenere «il governo piegato verso una delle parti, il Pd». Se il programma iniziale non è stato portato del tutto a termine è dipeso dalla «strana maggioranza» che «aveva in sé un più e un meno, la stranezza della maggioranza, la sua eterogenità ha impedito di fare meglio ma ha permesso di fare il bene che diversamente non avremmo potuto fare. Non sarebbe stato possibile con maggioranze meno ampie di queste prendere contemporamente provvedimenti come la riforma delle pensioni, piuttosto sgraditi, come interventi fiscali ma molti osservatori si rendevano conto che erano necessari ma è ovvio che su ciascun tema poi la comprensione di tre esigenze divaricate ha reso impossibile andare fino in fondo al provvedimento».

Per Berlusconi gratitudine e sbigottimento. Verso il suo predecessore Silvio Berlusconi sente di dire «una parola di gratitudine e di sbigottimento al tempo stesso»:  «gratitudine per una cordialità reciproca che risale nel tempo, ma, anche per il rapporto schietto che abbiamo avuto in questo anno», ma, ha aggiunto, « talora faccio fatica a seguire la linearità del pensiero» di Silvio Berlusconi.

Un’Agenda Monti per i partiti. Grande attesa c’era per il possibile annuncio del futuro ruolo politico del premier. «Non credo servano discese in campo, non parlerei mai di una discesa in politica, semmai di una salita in politica. Io non mi schiero con nessuno», ha risposto Monti. «Vorrei – ha aggiunto – che partiti e forze sociali si schierassero con le idee e spero che la nostra agenda possa contribuire a dare concretezza al dibattutto. Mi auguro che le idee possano essere condivise da una maggioranza in Parlamento e comunque contribuiscano a suscitare nel dibattutto elettorale dei prossimi mesi energie nuove».  Questa Agenda Monti – ha annunciato – è un «documento che sarà presto disponibile. Si chiama ‘Cambiare l’Italia, riformare l’Europa. Agenda per un impegno comune’. E’ un primo contributo per una riflessione aperta». E ha citato l’incipit del documento: «Non distruggere ciò che con sacrificio di tutti si è fatto in questo anno, come ha detto il Capo dello Stato».

Nessuna minaccia, ma qualche intimidazione. Rispondendo a una domanda di un giornalista de “Il fatto” che aveva fatto riferimento a presunte minacce per non candidarsi ricevute dal premier, come presunti conti in Svizzera posseduti dal premier, Monti ha replicato di non aver ricevuto alcuna minaccia, ma di aver ricevuto «attraverso la stampa forme di leggera intimidazione e forme di leggera lusinga: se si candida non potrà mai diventare presidente della Repubblica, presidente della Commissione, presidente del Consiglio europeo… Uno vede che ci sono interessi in una direzione o nell’altra. La cosa che ha nominato, e che ho trovato solo sul vostro giornale, la trovo ridicola».

Scomposizione del quadro politico. Riguardo al futuro quadro politico Monti immagina «un’unione di chi vuole le riforme». Se una «scomposizione del quadro politico»fosse necessaria «per dare una massa critica a chi vuole il cambiamento, allora ben venga». Al futuro governo consiglia «di lavorare con pazienza all’interno del Paese per presentare al tavolo internazionale un Paese sempre più credibile, avendo più peso, più capacità argomentativa, diplomatica nei confronti degli altri Stati membri».

Spesa e tasse. Nel corso della conferenza stampa il premier ha continuato a togliersi dei «sassolini dalle scarpe». «Sul controllo della spesa pubblica certamente va fatto di più, anche di quello che abbiamo fatto noi – ha detto, ad esempio. Trovo interessante, ma curioso, che le critiche sulla spesa e sulle tasse siano venute quest’anno soprattutto da due partiti, uno della maggioranza e uno no, che per anni erano stati al governo e che hanno avuto possibilità molto più ampie delle nostre di intervenire su questi fenomeni».

Impossibile togliere l’Imu. Altra frecciata polemica sull’Imu. «Un altro modo per dissipare i sacrifici fatti è promettere di togliere l’Imu, è bellissimo, anche promettere di ridurre altre tasse e introdurre il concetto che pagare le tasse è farsi mettere le mani dello Stato nelle proprie tasche. Se si farà senza grandissime altre operazioni di politica economica un provvedimento come questo, chi verrà a governare un anno dopo dovrà rimettere un’Imu doppia»