Firenze

Morto padre Nando, priore di Monte Senario

È morto ieri padre Ferdinando Perri, domani alle 11 i funerali a Monte Senario

È morto ieri padre Ferdinando Perri priore del convento di Monte Senario, conosciuto da tutti come padre Nando. La salma sarà esposta oggi pomeriggio nella chiesa di Monte Senario e domani alle 11 i funerali.

Tante persone lo conoscevano per la sua predicazione e per le attività culturali organizzate negli anni, coinvolgendo visitatori e pellegrini nella spiritualità dei Servi di Maria, che proprio a Monte Senario hanno il loro luogo di fondazione dell’Ordine.

Tante volte aveva collaborato a Toscana Oggi con articoli e interviste. Qui di seguito l’ultimo contributo, pubblicato sul settimanale lo scorso 18 febbraio, in cui raccontava le attività quaresimali del convento.

La Quaresima coi Servi di Maria,
silenzio da gustare e «lectio divina»

di Ferdinando Perri*
Quest’anno la festa dei Sette Santi coincide con l’inizio della Quaresima. Coincidenza molto significativa per noi Servi di Maria e anche per i pellegrini che salgono a Monte Senario.
I nostri primi Padri sono maestri che insegnano l’arte del vivere insieme, sono esperti di comunione, sono padri che trasmettono ai loro figli lo stile delicato e gentile di Santa Maria per servire Dio e i fratelli, sono cultori dell’amicizia e sono anche uomini penitenti.
Nel testo delle nostre Costituzioni leggiamo: «Per noi Servi, secondo l’esempio dei Primi Padri e la tradizione dell’Ordine, la penitenza consiste soprattutto nella carità intesa come servizio gli uni degli altri e nell’esperienza di vita comunitaria, vissuta con sincero e generoso impegno. Ogni frate, poi, userà delle osservanze penitenziali secondo l’impulso dello Spirito e la propria inclinazione, in modo che per ognuno di noi si avveri la parola dell’Apostolo: Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri. Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito».
I nostri primi Padri ci invitano in questo periodo quaresimale a fare silenzio.
Silenzio non è soltanto assenza di voci e di rumori, ma soprattutto è armonia interiore: fare silenzio vuol dire fare pace con quella parte di noi che è ancora ribelle ed equivoca, fare unità con tutte le parti disperse, entrare in comunione con l’universo intero, persone e cose.
Il card. Martini nella sua lettera «La dimensione contemplativa della vita» dice: «ognuno di noi è aggredito da orde di parole, di suoni e di clamori che assordano il nostro giorno e perfino la nostra notte. In questo chiasso l’uomo nuovo che è in noi deve lottare per assicurare al cielo della sua anima il prodigio del silenzio».
Non riusciamo a far silenzio proiettati come siamo verso l’esterno. Il risucchio verso l’esterno scava nell’animo di una persona una quantità smisurata di desideri, crea esigenze, impone obblighi, ci pone in balia di una costante agitazione che si illude di dover badare a tutto.
Guardiamo la frenesia che è dentro di noi.
Se facciamo un breve esame di coscienza sulla nostra giornata notiamo che le attività, il servizio, le cose, le relazioni, hanno uno spazio grande e assorbono molto tempo, mentre è ridotto al minimo lo stare con se stessi, la preghiera, la contemplazione. Il tempo è tutto dato ai nostri molteplici impegni: la preghiera si accontenta di ritagli, se non è addirittura messa da parte. Di fronte alle orde di voci e di immagini che vengono da fuori dimentichiamo di avere una casa interiore.
La nostra comunità per favorire ed educare al silenzio ha adibito la cappella dell’Apparizione: come luogo per far silenzio, luogo per la preghiera personale e silenziosa; è stata addobbata in modo tale che l’orante possa assumere una posizione serena, che favorisca la concentrazione. Questa cappella è stata costruita al tempo dei Fondatori. In essa si respira un’aria pura e refrigerante ove si è pervasi da un’energia positiva che rigenera.
La comunità offre ai giovani in ricerca l’opportunità di condividere la vita fraterna nei sabati di Quaresima. Il programma consiste nel partecipare agli atti comuni (liturgia – pasti – lectio divina) e autogestirsi il tempo libero (dialogo con un frate, silenzio, studio, passeggiata, lavoro manuale, preghiera silenziosa) in un clima di silenzio. La quota di partecipazione è libera.
La comunità propone anche una lectio divina ogni venerdì alle ore 18 e ogni sabato alle ore 15,30 sulle letture bibliche della domenica seguente.
La lectio divina personale, praticata con assiduità quotidiana, cambia la vita, illumina la mente e riscalda il cuore, sfida tutte le sicurezze umane, contesta le ambiguità, elimina come una spada a doppio taglio i rami secchi, infonde gioia, assicura la qualità della vita e immette una sana inquietudine che ci spinge sempre oltre.
La lectio divina comunitaria è un momento privilegiato per parlare delle grandi cose che il Signore opera per noi e di scambiarci le nostre esperienze di fede vissuta. Parola vissuta in tutte le relazioni: con il Signore, con i fratelli, con tutti le persone che incontriamo sul nostro cammino.
Maria insegna ai suoi Servi la lectio divina: Maria ascolta la parola di Dio attraverso la voce dell’Angelo Gabriele. Nella lectio, noi ascoltiamo la Parola di Dio nel testo scritto della Bibbia.
Maria, volendo comprendere la Parola, chiede spiegazioni all’angelo: «Com’è possibile? Non conosco uomo». Nella lectio noi comprendiamo la Parola attraverso l’esegesi illuminata dalla luce dello Spirito, così che non abbiamo a tradire il messaggio che essa contiene e rivela.
Maria medita nel suo cuore ogni parola del Figlio e ogni evento particolare: «Maria custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore». Nella lectio, noi meditiamo la Parola, la ruminiamo, la facciamo risuonare nel nostro cuore per assimilarla e interiorizzarla.
Maria condivide con la cugina Elisabetta la gioia della venuta del Messia e le rivela nel Magnificat la sua esperienza di Dio. Nella lectio noi facciamo esperienza della potenza dell’amore del Signore nei nostri riguardi e la condividiamo con i nostri fratelli e le nostre sorelle negli incontri interpersonali e comunitari.
Maria prega la Parola: loda Dio e invoca misericordia per se stessa, per i poveri e per Israele. Nella lectio, noi preghiamo la Parola. La Parola ascoltata, compresa e meditata diviene lode, intercessione e ringraziamento.
Maria dice “sì” alla Parola e poi la riveste di carne, concretezza e vita. Nella lectio noi diciamo “sì” alla Parola, impegnandoci poi a incarnarla nella nostra esistenza, generando Cristo nell’amore.
Il 22 marzo la liturgia dei Servi celebra la festa della Beata Vergine Maria ai piedi della croce, per invocare Maria a prenderci per mano per attraversare tutta la settimana santa con fede e speranza. È tradizione che nella notte di questo giorno i parrocchiani di Bivigliano, guidati dal parroco don Luca, percorrendo a piedi la Via del Silenzio meditino i dolori che la Vergine soffrì durante la vita (Via Matris) e concludano il pellegrinaggio in chiesa.
Altri momenti di preghiera: ogni mercoledì alle ore 16,30 recitiamo la corona dei Sette dolori della Vergine Maria e ogni venerdì il pio esercizio della via Crucis.
Ogni giorno un frate è sempre disponibile per le confessioni e dialoghi.
*Priore di Monte Senario