Toscana

Mps: Cisl e Banca Etica, basta con il casinò finanziario che devasta l’economia reale

«Quella del Monte dei Paschi di Siena è una vicenda inquietante e emblematica di come vanno le cose nel nostro Paese. Ora, invece di rinfacciarsi le responsabilità, la politica, nel nuovo Parlamento, si faccia carico di quei provvedimenti promessi dal 2007, da quando la bolla è esplosa, ma mai attuati. Per evitare che simili, o peggiori, disastri si ripetano». E’ l’invito del segretario della Fiba Toscana, Stefano Biondi, che in una conferenza stampa a Firenze ha presentato, assieme al presidente della Fondazione Banca Etica, Andrea Baranes, un elenco di provvedimenti «pochi, semplici, immediatamente efficaci e a costo zero» per smontare il casinò finanziario che da anni sta devastando anche l’economia reale.

Lo spunto lo offre la vicenda Mps, deflagrata negli ultimi mesi, tra lo stupore di molti. Non certo della Fiba. «Che ci fosse qualcosa che non andava era chiaro fin dal 2007 – dice Biondi -, dall’acquisto superpagato di una banca indebitata come Antonvenetanoi abbiamo denunciato ripetutamente, perché gli elementi di valutazione c’erano tutti. Siamo arrivati a pubblicare pagine a pagamento sui quotidiani, ma sembrava che non interessasse a nessuno. Peraltro è dal 1999, l’anno dell’acquisizione di Banca 121, che la Fiba Toscana denuncia, i pericoli, le anomalie, le zone d’ombra, legati alla gestione del Gruppo Mps».

«Evidentemente attorno a Mps – aggiunge il segretario Fiba – oltre a una complicità esplicita, che è quella su cui indaga la Magistratura, c’era una complicità implicita, basata su piccole convenienze a “non disturbare il guidatore”. Un’acquiescenza ad un sistema che portava vantaggi diffusi a tutto il territorio».

Poi il bubbone è scoppiato e tutto è cambiato. E ora c’è la corsa a prendere le distanze e additare responsabili. La Fiba non vuole partecipare al gossip, né indulgere nel «noi l’avevamo detto», ma punta a ribadire che anche questa vicenda è il portato di quella finanziarizzazione esasperata che ha innescato la grande crisi in cui siamo immersi e che niente è stato fatto contro di essa. E per lanciare un appello, a pochi giorni dal voto, al prossimo Parlamento: la politica non usi anche questa vicenda per scambiarsi accuse, ma assuma finalmente il problema.

«Ci avevano promesso nuove regole per chiudere il casinò finanziario – dice Baranes – e invece non è stato fatto nulla. E non perché non si sappia cosa fare, ma perché è mancata la volontà. Non si tratta solo di porre un limite agli stipendi smodati dei banchieri, ma di evitare che l’intero sistema tracolli. Dobbiamo chiederci se la finanza deve essere un mezzo a servizio dell’economia o un fine per fare soldi dai soldi. Oggi è così e sono le persone a servizio della finanza. Nel mercato delle valute il 99% delle operazioni non ha sotto nessuna merce, sono solo scommesse sulle oscillazioni. La BCE ha dato alle banche mille miliardi di euro a un tasso praticamente nullo, ma le banche non li prestano perché hanno da tappare le perdite pregresse». E l’economia reale così muore. «Non basta più creare piccole nicchie di mercato “etiche”, occorre cambiare le regole della finanza».

E allora la Fiba-Cisl e Banca Etica hanno messo a punto un programma in 9 punti per «fare banca» in modo corretto e non deteriore. Una proposta di interventi normativi presentata al fine di «ricondurre l’attività delle banche – si legge nel documento – al funzionale supporto del tessuto economico-produttivo, alla prudente gestione del risparmio dei cittadini, al contrasto del riciclaggio e della criminalità economica in genere».

Fra gli interventi proposti, l’agevolazione fiscale dei ricavi derivanti da impieghi nell’economia reale; la modifica dei criteri di Basilea 3 per ridurre la rischiosità assegnata ai finanziamenti di minore importo e alle aziende no profit; agevolazioni contributive e sui contratti di lavoro per banche che operano secondo superiori standard di sostenibilità sociale.