Firenze

Natale, le celebrazioni nella cattedrale di Firenze: la Messa di notte torna al suo orario tradizionale

A guardare il presepe davanti alla cattedrale e il grande albero illuminato, così come la grande folla nel centro cittadino, il Natale prossimo sembra proprio come quello degli anni passati prima della pandemia; in realtà uno sguardo più attento ci fa comprendere che proprio così non è, basti pensare alla cavalcata dei Magi prevista per il 6 gennaio e ancora sospesa per paura di assembramenti. Tuttavia c’è un qualcosa di molto importante che anche se non previsto nelle pagine evangeliche, unisce tante persone e fedeli in un tempo speciale di preghiera: quest’anno dopo un anno di assenza, torna la celebrazione eucaristica di mezzanotte in Duomo. Abbiamo chiesto a monsignor Giancarlo Corti, vicario generale della diocesi fiorentina, una sua riflessione su queste giornate.Quali sono le celebrazioni per il Natale previste in cattedrale?«La vigilia, il 24 dicembre, ci sarà la veglia alle 23 e a seguire la Messa presieduta dal cardinale Giuseppe Betori; il 25 sempre il cardinale Betori presiederà la Messa delle 10.30. Poi il 31 dicembre alle 16.30 ci saranno i vespri con il «Te Deum» di ringraziamento e il 1 gennaio, festa di Maria Madre di Dio e Giornata dedicata alla pace, il cardinale Betori celebrerà la Messa delle 18. Il 6 gennaio per l’Epifania la Messa presieduta dal cardinale sarà quella delle 10.30».Ci sarà disponibilità per le confessioni?«Mi fa piacere informare che le confessioni avranno gli orari di sempre e cioè dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 18,30. Per questi giorni particolari verranno in nostro aiuto anche due sacerdoti di Roma dedicati proprio al Sacramento della Riconciliazione.Quest’anno, dopo l’anticipo di orario dello scorso anno dovuto al coprifuoco, la Messa nella notte di Natale torna quindi nel suo orario consueto.«È una Messa di solito molto partecipata, sia dai fiorentini che da turisti e visitatori; a me piace molto questa celebrazione e ormai fa parte della tradizione».Di cosa hanno più bisogno in questo Natale le persone?«Hanno bisogno di più consapevolezza di essere amati da Dio; sempre, ogni giorno, nel loro quotidiano, non nei fatti straordinari: “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” dice l’Apostolo Giovanni. Quindi Dio è vicino a ognuno di noi, ci accoglie, ci ama nella nostra vita di ogni giorno; è di questo che tutti noi abbiamo più bisogno».La pandemia, non ancora finita, ci ha insegnato qualcosa?«Ci ha fatto capire che non possiamo contare solo su di noi, sulle cose materiali; ha scoperto la nostra fragilità e ci ha fatto capire che abbiamo bisogno gli uni degli altri; come ha detto anche il Santo Padre “nessuno si salva da solo!”»Ai più giovani cosa farebbe trovare come dono in questo Natale?«Il dono più bello per loro sarebbe la presenza di persone che credono in loro, che abbiano fiducia in loro e che siano per loro esempi di vita. Non diamo ai giovani solo cose materiali, ma diamo loro la presenza, l’ascolto, un affetto che li incoraggi».