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NAUFRAGIO A LAMPEDUSA: CARD. VEGLIÒ (SANTA SEDE), UMILIATI DALL’ENNESIMA TRAGEDIA

«Di fronte a queste tragedie, ci si sente umiliati. Queste morti interpellano le coscienze e ci chiedono: che cosa facciamo? Che cosa facciamo per queste persone prima che muoiano o per evitare che muoiano». Risponde così il card. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, commentando in un’intervista al Sir l’ennesimo naufragio che si è consumato la scorsa settimana a Lampione, vicino Lampedusa. A margine dell’Incontro mondiale delle religioni per la pace (Sarajevo, 7-11 settembre), il cardinale ha detto che pur non essendo ancora chiare «le dinamiche di questa ultima tragedia nel mare», «è triste sapere che avvengano questi fatti nel terzo millennio, che ci sia gente che muore per trovare un lavoro, per mantenere una famiglia, o che per garantire per sé e i suoi figli una vita sicura, è costretta a lasciare tutto». «Quando c’è gente che muore nel mare, per fuggire da situazioni brutte, per cercare una vita migliore, quando c’è gente che lascia la patria per trovare lavoro, quando c’è gente che è obbligata a scappare dal proprio Paese perché c’è la guerra, ci sono disastri naturali, non possiamo chiudere un occhio e dire che non c’importa». (Sir)