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Nigeria, Vescovi chiedono dimissioni del Presidente dopo massacro di oltre 200 cristiani. Allarme Onu

Allarme dell'Onu: le violenze tra agricoltori (cristiani) e pastori (musulmani) sono una minaccia crescente per la sicurezza nella regione. Nei giorni scorsi i vescovi avevano rinnovato la richiesta di dimissione del presidente.

«La violenza tra agricoltori e pastori sta diventando una minaccia crescente per la sicurezza nella regione e rischia di originare attacchi terroristici trasformando il panorama della sicurezza» afferma Mohamed Ibn Chambas, rappresentate speciale del Segretario Generale dell’Onu per l’Africa occidentale e il Sahel, in un rapporto presentato al Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

«Gli scontri tra agricoltori e pastori diventano sempre più sofisticati e letali, specialmente nella «Cintura di mezzo» della Nigeria. Durante quattro giorno a giugno, in attacchi e rappresaglie tra pastori e agricoltori si sono avuti numerosi morti» afferma Mohamed Ibn Chambas. Gli Stati maggiormente colpiti dal conflitto tra pastori Fulani e agricoltori sono Benue, Plateau, Nasarawa, Taraba e Adamawa.

«È una strage continua che avviene ogni giorno» conferma all’Agenzia Fides p. Patrick Tor Alumuku, Direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Abuja. «Non è mai successo nella vita di questo Paese che vi siano stragi di questo tipo così frequenti» sottolinea il sacerdote.

Il fatto che i Fulani siano musulmani e gli agricoltori cristiani, alimenta il timore, da parte soprattutto dei cristiani, che il conflitto sia di tipo religioso, anche perché nel Nord della Nigeria è ancora attiva la setta islamista Boko Haram. Il rapporto dell’inviato speciale ONU sottolinea che l’ultima tendenza da parte di Boko Haram è quella di impiegare attentatrici suicide e che, di queste, una su cinque è una bambina.

Il deteriorarsi delle condizioni di sicurezza ha spinto i Vescovi nigeriani a chiedere in due occasioni le dimissioni del Presidente Muhammadu Buhari. La prima volta a fine aprile dopo il massacro del 24 aprile nel villaggio di Mbalom, nel quale sono stati uccisi due sacerdoti, don Joseph Gor e don Felix Tyolaha, insieme a 15 parrocchiani. La seconda il 29 giugno, all’indomani del massacro di più di 200 agricoltori cristiani commesso il 23 giugno da pastori Fulani in alcuni villaggi dello Stato centrale di Plateau.

Secondo Amnesty International 1.813 persone sono state uccise in 17 dei 36 stati della Nigeria dall’inizio dell’anno – più del doppio degli 894 morti nel 2017.