Cultura & Società

Novembre stenseniano: speranze e attese per l’uomo di oggi

Nel mondo postmoderno e multiculturale contemporaneo, la potenza operativa delle tecno-scienze non finisce più di crescere e di sorprendere, costituendo, insieme all’economia, uno dei maggiori fattori o operatori del processo di globalizzazione. Le potenzialità di decostruzione e di creazione della civiltà tecno-scientifica non sembrano più limitate a priori da alcun ordine naturale o vincolo biofisico. La tradizionale concezione strumentale e antropocentrica della tecnica, che ha prevalso per secoli, è divenuta tanto più obsoleta quanto più il soggetto umano è stato naturalizzato e sempre più asservito al coinvolgente potere delle nuove tecno-scienze. Oggi, la polivalenza della ricerca e dello sviluppo tecno-scientifico si manifesta nella maniera più spettacolare soprattutto nell’ambito delle biotecnologie e della ricerca biomedica, ma anche nelle tecnologie dell’informazione, della comunicazione e dell’universo virtuale. Non è un movimento nuovo; l’uomo, infatti, fin dal suo sorgere è stato «artificiale», giocando d’astuzia con gli ostacoli e le inerzie che si opponevano alla sua libertà e ai suoi desideri; si è solo accelerato, diversificato e amplificato in modo straordinario nel corso degli ultimi due secoli e in particolare negli ultimi decenni. Non è neppure così lontana l’epoca in cui l’inizio del mondo si poteva contare in poche migliaia di anni, e la sua fine era attesa in un avvenire quasi prossimo. Oggi, a monte e a valle dell’umanità s’è scavato un abisso temporale senza uguali rispetto alla scala umana dei tempi: il futuro davanti a noi deve essere contato in decine o centinaia di miliardi di anni, un futuro radicalmente aperto e oscuro, nel quale si protende la nostra specie. La nuova temporalità delle tecno-scienze non ha quasi più nulla in comune con i racconti tradizionali delle origini, sia religiosi che ideologici. Sembra dipendere di più dall’immaginario o dalla fantascienza.

Di fronte a questa inedita «dismisura» della temporalità e alla crescente potenza operativa delle tecno-scienze come evitare la precipitazione e tutte quelle false attese e speranze che potrebbero compromettere uno «sviluppo sostenibile e affidabile» e anche minacciare le condizioni di «abitabilità» del nostro pianeta? Come gestire la contingenza radicale associata alla «dismisura» del tempo e l’evidente difficoltà a suscitare e infondere concreti elementi di speranza, integrando sensibilità religiosa e operatività tecno-scientifica? Sono ancora proponibili e operativi i diversi modelli di speranza e di responsabilità elaborati e sperimentati dalle varie culture nel corso della storia? In che cosa realmente spera o può ragionevolmente sperare l’uomo d’oggi?

Con un approccio pluri e interdisciplinare, il «Novembre Stenseniano 2007» dal 4 ottobre al 1° dicembre tenterà di considerare e affrontare alcuni di tali interrogativi, descrivendo quegli aspetti e ambiti della contemporaneità post-moderna più urgenti, alla ricerca di positivi elementi di fiducia in un «futuro attendibile», tra speranza e responsabilità. Il percorso (che si svolge presso l’Auditorium Stensen in viale don Minzoni 25/c a Firenze) sarà anche accompagnato da un ciclo di proiezioni filmiche sul tema e da un’esposizione d’arte contemporanea (Enrico Morsiani, «Futuro: presente estremo»). Come per le precedenti edizioni del «Novembre Stenseniano», sarà proposta nuovamente l’attivazione di Laboratori didattici per la declinazione dei temi trattati in ambito didattico scolastico, con la partecipazione attiva di numerosi studenti, docenti e scuole.

Le conferenze di ottobre«Crisi della speranza?»(Sabato ore 9-12 per le scuole. Ore 16-19 per il pubblico)Sabato 6 ottobre Presiedono: Aldo BECCIOLINI e Giuseppe GRAZZINIOrizzonti planetari del rischio– L’uomo planetario come risorsa e rischio (Gianni TAMINO)– Mutazioni climatiche e ambientali (Giampiero MARACCHI)Sabato 13 ottobre Presiedono: Luca MORI e Debora SPINIComplessità sociali e politiche– Flussi immigratori e nuove identità (Maurizio AMBROSINI)– Guerra, pace e democrazie (Alessandro COLOMBO)Sabato 20 ottobre Presiedono: Francesco Paolo FIRRAO e Alberto PERUZZIMisura e dismisura del tempo– Vertigini della dismisura: tempo del cosmo e tempo umano (Piero RAFANELLI)– I tempi dell’interazione uomo-robot e la tecnoetica (Guglielmo TAMBURRINI)Sabato 27 ottobre Presiedono: Gian Maria RAIMONDI e Pietro DE MARCORipensare la speranza?– Fondamenti della speranza (Severino DIANICH)– Il «principio speranza» – Memoria di Ernst Bloch (1885-1977) (Gerardo CUNICO)Le conferenze di novembre «Speranze e attese»(al pomeriggio per il pubblico: ore 16-19)Sabato 3 novembre Presiede: Salvatore CALIFANOAttese dalle tecno-scienze– Prospettive dalla biologia (Paolo VEZZONI)– Prospettive dalla Fisica (Nicola CABIBBO)Sabato 10 novembre Presiede: Alessandro MARIANIAttese dalla formazione– Perché educare? (Franco Cambi)– La sfida planetaria dell’educazione (Salvatore CARRUBBA)Sabato 17 novembre Presiede: Paolo ERMINIAttese dalle etiche– Progetti di etica mondiale (Gianmaria ZAMAGNI)– La responsabilità fra etica e politica (Furio CERUTTI)Sabato 24 novembre Presiede: Federico SQUARCINIAttese dalle religioni– Le religioni di fronte alla mondializzazione (Carlo CARDIA)– Futuro dell’uomo e speranza cristiana (Carlo MOLARI)Sabato 1° dicembre ore 17INCONTRO CONCLUSIVO Presiede: Sergio GIVONELa speranza nell’arte e nel pensiero contemporaneo (Antonio NATALI e Aldo SCHIAVONE) I FILM DELLA RASSEGNAGiovedì 4 ottobre, ore 21Vogliamo vivere, di Ernst Lubitsch Nella Varsavia occupata dai nazisti una compagnia teatrale, vedendo censurata la propria commedia «Gestapo», ripiega sull’«Amleto», facendone un vessillo di libertà. L’occupazione e la guerra raccontati in tono di commedia da un grande del cinema internazionale. Un classico indimenticabile per riscoprire cosa sia la Speranza ed il suo ruolo nella nostra quotidianità.Giovedì 11 ottobre, ore 21Nel 2000 guerra o pace, di William Cameron Menzies1940, un drammatico conflitto distrugge il mondo ma dalle rovine rinasce una nuova società, pacifica e tecnocratica; attraverso le parole e le idee di H.G. Wells, che ne è lo sceneggiatore, seguiamo lo sviluppo di questa società per cento anni, fino all’inevitabile rivolta. Agli albori della fantascienza, una testimonianza della fiducia allora riposta nella Scienza e nel progresso tecnologico.Giovedì 18 ottobre, ore 21Soylent Green, di Richard Fleisher In una New York sovraffollata, assediata dall’immondizia e prostrata dall’inquinamento e dalla povertà, il detective Thorn ed il vecchio Sol si trovano ad indagare su un misterioso delitto nell’alta società. Dal «Rapporto sui limiti dello sviluppo» del 1971 un cult della fantascienza anni Settanta.Giovedì 25 ottobre, ore 21Codice 46, di Michael WinterbottomNella Shanghai prossima ventura, un dirompente incontro tra l’investigatore William e la colpevole Maria ci svela un mondo dominato dalla genetica e dalle assicurazioni. Un complesso di suggestioni dei nostri tempi, dalla globalizzazione al controllo delle informazioni, per riflettere sullo status di «individui».Giovedì 8 novembre, ore 21Volevo solo dormirle addosso, di Eugenio CappuccioA Marco Pressi, motivatore in una multinazionale e manager rampante, viene data la responsabilità di 25 improvvisi licenziamenti. Tra lavoro e vita privata, un drammatico affresco della vita lavorativa attuale vista dall’alto della classe dirigente, tra abusi e sfruttamento, precariato e disillusione giovanile.Giovedì 15 novembre, ore 21I figli degli uomini, di Alfonso Cuarón 2027, da 18 anni non nascono più bambini e l’umanità sta accelerando la propria autodistruzione ma, in una Londra nazionalista e violenta, viene scoperta una donna incinta. Per portarla in salvo inizia un viaggio attraverso lo sbando di un mondo indifferente al proprio futuro, ignaro del buon senso, incapace di sorprendersi, indesideroso di ricordare.Giovedì 22 novembre, ore 21Il vento fa il suo giro, di Giorgio DirittiLa difficile integrazione di un allevatore francese e della sua famiglia nella comunità alpina di Chersogno, dedita ad antiche memorie partigiane ed alla conservazione della poca popolazione rimasta. Nel quadro di splendidi paesaggi, il disperato tentativo di creare una dialettica tra tradizione e innovazione, tra memoria e futuro, per un esordio alla regia lucido e significativo. Suggestivo l’uso delle lingue, tra italiano, francese ed occitano, nella caratterizzazione dei personaggi.Giovedì 29 novembre, ore 21Still Life, di Jia Zhang-Ke Sullo sfondo dello smantellamento dei territori dello Yangtze che verranno sommersi dalla Diga delle Tre Gole, si avvicendano edifici e generazioni passati attraverso l’impero e il comunismo, fino alla nuova Cina. Dall’impalpabilità dell’abbandono, dalla trasandatezza delle nuove strutture sociali, ineluttabile rinasce la vita. Leone d’oro Venezia 2006

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