Vita Chiesa

NUOVA EVANGELIZZAZIONE: I «LINEAMENTA» DEL PROSSIMO SINODO DEI VESCOVI

“La nuova evangelizzazione non è una reduplicazione della prima, non è una semplice ripetizione, ma è il coraggio di osare sentieri nuovi, di fronte alle mutate condizioni dentro le quali la Chiesa è chiamata a vivere oggi l’annuncio del Vangelo”: questa la definizione che ne dà il testo dei “Lineamenta” del Sinodo dei Vescovi su “La Nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”, presentato oggi in Vaticano. E’ stato lo stesso Papa Benedetto XVI ad annunciare, in occasione della solenne concelebrazione eucaristica di chiusura dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, questo appuntamento fissato dal 7 al 28 ottobre 2012. In quell’occasione il Papa parlò di un momento di verifica del cammino percorso da parte di tutta la Chiesa, per riprendere con nuovo slancio l’urgente opera di evangelizzazione del mondo contemporaneo. I “Lineamenta” parlano della nuova evangelizzazione come di “un’attitudine, uno stile audace”, quale “capacità da parte del cristianesimo di saper leggere e decifrare i nuovi scenari che in questi ultimi decenni sono venuti creandosi dentro la storia degli uomini”. Il testo dei “Lineamenta” si occupa poi, in maniera approfondita, dei diversi “scenari” con i quali ci si confronta nell’odierno momento storico. Il primo è quello “culturale”, caratterizzato da una “profonda secolarizzazione”, tipica soprattutto del mondo “occidentale”. Non c’è quasi più “la capacità di ascoltare e di comprendere la parola evangelica come un messaggio vivo e vivificante”, si è “sviluppata una mentalità in cui Dio è di fatto assente”, sono diffuse “gravi implicazioni antropologiche che mettono in discussione la stessa esperienza elementare umana, come la relazione uomo-donna, il senso della generazione e della morte”. Il secondo scenario è di tipo “sociale”, segnato soprattutto dal fenomeno migratorio e dalla “globalizzazione”. In questo caso, “la nuova evangelizzazione ..non è più un movimento nord-sud o ovest-est”. “Svincolarsi dai confini – si afferma nei “Lineamenta” – vuol dire avere le energie per porre la questione di Dio in tutti quei processi di incontro, mescolamento, ricostruzione dei tessuti sociali che sono in atto in ognuno dei nostri contesti locali”. Il terzo “scenario” è rappresentato dai “mezzi di comunicazione sociale che oggi offrono enormi possibilità e rappresentano una delle grandi sfide per la Chiesa”, è scritto nei “Lineamenta”. “Non c’è luogo al mondo che oggi non possa essere raggiunto”, ma al contempo la cultura che viene diffusa è spesso “egocentrica”, con esaltazione “della dimensione emotiva nella strutturazione delle relazioni e dei legami sociali”. L’esito è “una progressiva alienazione della dimensione etica e politica della vita” con il propagarsi della “cultura dell’effimero, dell’immediato, dell’apparenza”. Il quarto “scenario” di cui parlano i “Lineamenta” è quello economico, dove sono perduranti gli “squilibri tra Nord e Sud del mondo”, “nell’accesso e nella distribuzione delle risorse, come anche nel danno al creato”. Quinto scenario è quello della ricerca scientifica e tecnologica, che “corrono il rischio di diventare i nuovi idoli del presente”, non solo per le applicazioni concrete dai molteplici risvolti etici, ma anche perché “finalizzano in modo terapeutico le pratiche religiose che gli uomini sono disposti a vivere, strutturandosi come religioni della prosperità e della gratificazione istantanea”. L’ultimo “scenario” di cui parlano i “Lineamenta” è quello politico, nel quale – dopo la “fine della divisione del mondo occidentale in due blocchi”, con l’emergere del mondo asiatico ed islamico, si è ora profilata una “situazione inedita e totalmente sconosciuta, ricca di potenzialità, ma anche piena di rischi e di nuove tentazioni di dominio e di potere”. Di fronte a queste complesse variabili geo-politiche e culturali, il documento preparatorio del Sinodo parla di “domanda di spiritualità” che si avverte diffusamente nel mondo, e della contestuale esigenza di “un nuovo modo di essere Chiesa”. Si parla così di un “volto di Chiesa” che rimanga “domestica, popolare” e che sappia offrire una evangelizzazione aperta alle nuove dinamiche enunciate nei diversi “scenari” dell’umanità oggi. Nella parte conclusiva del documento si affrontano i temi della catechesi, dell’annuncio, della trasmissione della fede nelle Chiese particolari, parlando anche di “stile della proclamazione”, uno stile definito “globale, che abbraccia il pensiero e l’azione, i comportamenti personali e la testimonianza pubblica”, favorendo la più ampia percezione di Dio nella coscienza di credenti e non credenti.Sir