Vita Chiesa

Odine di Malta, Fra’ Matthew Festing: «L’identità del cristiano al centro di grandi scontri»

L’incontro è stato occasione per illustrare i principali interventi medico-umanitari svolti nel 2013 dalla Malteser International, l’agenzia di soccorso internazionale dell’Ordine, in aiuto delle emergenze umanitarie. «La maggior parte delle persone – ha proseguito il gran maestro – è alla ricerca di riferimenti culturali, identità territoriale, punti di riferimento religiosi, valori spirituali, del buon governo delle istituzioni nazionali e internazionali. Allo stesso tempo, la globalizzazione ha i suoi limiti, assistiamo a un ritorno degli Stati» che «richiede anche un ritorno dei diplomatici, perché la diplomazia è lo strumento preferito degli Stati. La diplomazia di oggi si esprime in vari modi: oltre alla diplomazia tradizionale, vi è una diplomazia culturale, una diplomazia economica, e anche una diplomazia umanitaria. E c’è naturalmente la diplomazia della Santa Sede, la più antica e la più ricercata».

Sono oltre 120 i Paesi nei quali l’Ordine offre assistenza medica e umanitaria grazie ai sui 13.500 membri e 80.000 volontari permanenti. Il 2013, ha ricordato il gran maestro, è stato l’anno delle grandi emergenze internazionali: il tifone Haiyan nelle Filippine, per il quale l’Ordine ha raccolto 5 milioni di euro, e soprattutto la guerra civile in Siria con i suoi milioni di rifugiati. In Libano, Turchia e Bulgaria l’Ordine di Malta ha intrapreso una «forte collaborazione» con partner multiconfessionali, dimostrando la propria «capacità di dialogare con religioni diverse». Fra’ Festing ha inoltre ricordato l’impegno decennale dell’Ordine in Africa, e in particolare nella Repubblica Centrafricana, nel Sud Sudan, in Mali e nella Repubblica Democratica del Congo. Il gran maestro ha anche sottolineato l’impegno costante, fuori dall’emergenza, nei confronti delle minoranze come quella Rom, per la quale l’Ordine ha nominato un Ambasciatore at Large che cooordina le attività di cooperazione nel quadro di istruzione, occupazione, sanità e alloggio. Riferendosi al suo recente intervento alla Conferenza generale dell’Unesco, Fra’ Matthew Festing ha aggiunto come «la tutela del patrimonio religioso dovrebbe essere vista come un elemento vitale nel promuovere la stabilità sociale, nel costruire la pace e nell’emergere da situazioni di crisi, nonché una garanzia per lo sviluppo sociale, ambientale e di quello economico e sostenibile».